La squadra ha dato il segnale che Mourinho aspettava e che noi tifosi
aspettavamo. Partita intensa e spettacolare.con Adri sempre piu' vicino
all'essere Imperatore ,il giocatore che di forza si libera dei
soldatini-avversari e sfonda la rete... Grande debutto di Santon,debutto che Mou
stava preparando da molto tempo,e che finalmente ha avuto occasione di
provare.Una curiosita':a chi non e' venuto in mente il gol che fece Ibra alla
Roma qualche mese fa?Il genio stava confezionando praticamente lo stesso
pacco,ma il portiere era diverso da quello di allora.... E ora ci aspetta una
semifinale ,almeno sulla carta ,piu' facile:con la Sampdoria che incontreremo
domenica.Le semifinali,pero', ci saranno il 4 marzo(tra le 2 partite col
Manchester) e il 22 aprile, e questo potra' rappresentare un problema...ma e'
meglio non pensarci e goderci questa terza vittoria stagionale consecutiva con i
giallorossi di Spalletti.
Mourinho: "Abbiamo risposto sul campo"
Mercoledi'i' 21 Gennaio
2009 23:18:42
MILANO - Intervistato
dai microfoni di Rai Sport, Jose' Mourinho,
commenta cosi' la grande prova dei nerazzurri
contro la Roma: "Sono contento per il risultato
ma anche perche si diceva che la Tim cup non era
un torneo importante e che non tutte
avrebbero giocato al massimo, invece oggi
l'abbiamo fatto tutti, noi, la Sampdoria,
l'Udinese . Ora guardiamo alle semifinali. Spero
sia questo il messaggio giusto che tutti noi
allenatori possiamo trasmettere".
Una grande prova di carattere quella messa in
campo dall'Inter che, dopo Bergamo, stasera
contro la Roma ha voluto dimostrare tutta la sua
personalita':"Sono molto soddisfatto della
reazione dei giocatori: la squadra si e'
dimostrata tale, i giocatori hanno risposto
benissimo alla prestazione negativa di domenica
scorsa e hanno parlato in campo. La Roma non e'
certo l'avversaria ideale per una squadra che ha
alle spalle brutta partita, come la nostra
contro l'Atalanta, ma al tempo stesso lo e'
perche' ha grande qualita' e non e' facile
batterla".
Una vittoria conquistata dall'intero gruppo,
anche da Adriano e Santon: "Quando tutta la
squadra gioca bene, e' piu' facile per i
singoli fare altrettanto. e' un buon momento per
entrambi: Adriano ha dato un contributo
importante, ha lavorato per la squadra anche in
fase difensiva. Santon ha esordito in una
partita che non era facile ma, cio' nonostante,
ha dimostrato carattere e ha dato una grande
soddisfazione all'Inter e a tutti coloro che
hanno contribuito alla sua crescita
professionale e non".
L'approccio alla gara e' stato fondamentale:
"Non voglio parlare dei singoli perche' questa
partita e' stata soprattutto una forte risposta,
dopo la prestazione negativa di Bergamo. I
giocatori in questi giorni hanno lavorato tanto,
in silenzio e oggi hanno parlato in campo.
Complimenti a tutti".
Ufficio Stampa
Chissa' se i ragazzi erano piu' interessati alla
semifinale di Coppa Italia o a cancellare
rabbiosamente la figuraccia di Bergamo.
Questo poco importa, ma rilevante e' che mercoledi'
sera, gli undici giocatori scesi in campo con la
gloriosa divisa nerazzurra, hanno dimostrato che in
loro alberga la volonta' mentale e la capacita'
fisica e tecnica di meritare tutti i massimi
traguardi stagionali in palio.
Questa la risposta che il sottoscritto si aspettava
e si augurava dopo l'inqualificabile parentesi di
domenica scorsa, che dona, all'interista che e' in
me, un "pieno" di entusiasmo.....ne avevo bisogno!
Il tutto contro una grande Roma e dopo il
"massacro" mediatico di questi ultimi giorni.
Scusate se e' poco!
Perfetto e' stato l'approccio alla gara dell'Inter,
forte la personalita' manifestata in campo che
hanno dato origine ad un incontro appassionante.
Da "sballo" e applausi i due tiri al volo di
Ibraimovic e Stankovic, quest'ultimo finito sulla
traversa.
Adriano? Parlare bene di lui, come sicuramente
merita dopo la sua eccellente performance
arricchita da un suo gol prima maniera, mi viene
difficile perche' ho sempre il timore di essere
smentito dalle sue bravate che spesso combina.
Avra' definitivamente imboccato la giusta strada da
vero professionista? Spero di si perche' l'Adriano
visto contro la Roma e intravisto a Bergamo, e'
proprio il giocatore che manca a questa squadra,
altro che nuovi acquisti!
Davide Santon,
la lieta novita' della serata. Impressionante e'
stata la naturalezza con cui ha dimostrato in una
partita cosi' importante davanti al proprio
pubblico, le proprie enormi qualita' tecniche,
fisiche e caratteriali. Un vero campioncino da
coltivare con molto equilibrio.
Eccola,
quindi, la vera Inter che ridimensiona l'affrettata
e negativa diagnosi fatta domenica sera.
L'Inter e' viva e vegeta ... con un Santon in piu'.
Scritto daDennis Magri'
Venerdi, 23/01/2009 - h.20:00
In difesa ne mancava uno cosi'.
Davide Santon, e' il nostro grande “acquisto” di
Gennaio.
Finalmente un giovane italiano, e a quanto sembra
anche esperto.
Ci serviva uno cosi', viste le
incertezze di Chivu' e Maxwell sulla fascia.
Mercoledi' sera, abbiamo assistito per la prima
volta in stagione al “Santon-Day”, e abbiamo notato
che e' un ragazzo che si impegna, veloce e di gran
classe.
Si, di gran classe, perche' io, principalmente,
sprizzavo gioia da tutti i pori, vedendolo saltare,
gente esperta come De Rossi, Taddei, Mexes e Brighi.
Dopo il match con la Roma, si e' detto felice di
aver giocato 90’ di grande intensita'.
Ma il fatto ancora piu' entusiasmante, e' la grande
sicurezza in difesa, nell’uno contro uno, non
facendo mai sbavature.
Insomma abbiamo scoperto un nuovo talento, un
ragazzo che dobbiamo tenercelo stretto, perche'
sara' il nostro futuro in difesa, ora, pero' tocca a
Bolzoni e Balotelli, far vedere che ci sono anche
loro…
«Il primo scudetto ve lo hanno dato in segreteria,
il secondo lo avete vinto perche' non c’era
nessuno. Il terzo all’ultimo minuto. Siete una
squadra di merda»
( Gola
profonda? J. Mourinho? Stampa anti interista? -
18-01-2009)
Arrivo
subito al succo del ragionamento: non e' piu'
importante stabilire se davvero il Mou abbia detto
queste parole. Per l’opinione pubblica ormai sono
state dette; e' stato riportato da tutti i media,
e' su tutti i blog e forum. In eterno i nostri
detrattori utilizzeranno questa storia per
prenderci in giro. Io non so se davvero abbia
detto queste frasi e addirittura non mi interessa.
Se serviva un approccio “ad alto impatto” nei
confronti dei giocatori, se serviva toccarli
nell’orgoglio ben venga. Ma come spesso accade
questo non e' rimasto nell’intimita' dello
spogliatoio ma e' diventato di diritto pubblico. E
quindi se e' vero che lui non e' un pirla, per
pirla ci siamo passati tutti noi, me compreso che
per questi colori ci muoio e che difendero' fino
alla fine la legittimita' di quei scudetti vinti
“senza nessuno” o all’ultimo minuto.
Ora non
serve piu' dimostrare di non essere dei pirla,
serve dimostrare di essere interisti. Alla prima
occasione utile, esca da questa situazione come
solo lui sa fare. Utilizzi la dialettica, utilizzi
modi bruschi faccia quello che vuole. Puo' anche
bleffare con la stampa e ribadire negli spogliatoi
che “siamo una squadra di merda”, ma fuori questo
concetto non deve passare.
Mou non mi
deludere, non mi fare pentire di averti dedicato
questo pezzo
in cui ti ho accolto tra i
veri interisti.
statua
di cera del Mou al museo delle cere di Londra -
grazie a Daniele per la gentile donazione
Quella scesa in campo nel cuore della Padania oggi
pomeriggio non era la mia squadra. Anzi, non era proprio una
squadra. Quindi non ho nulla da dire; un silenzio vale molto
di piu' di tante parole
- se e' passato il
principio secondo cui la partita di Domenica a Bergamo non
deve far testo poiche' anomala e non giocata, non ha
nemmeno senso sviluppare un ragionamento sul fatto che
ieri ci sia stata una reazione da parte della squadra.
Aspettiamo la Sampdoria per avere un quadro generale piu'
completo
- diciamoci la
verita: ieri ci e' girata bene col guardalinee. Non vi e'
riprova del fatto che l’Inter avrebbe segnato ugualmente,
fatto sta che si e' vinto grazie a quel goal in
fuorigioco. Lo dico solo per coerenza personale poiche' se
avessi perso due a uno con un goal in fuorigioco,
conoscendomi sarei qui a recriminare
- posto quanto
sopra, battere per la terza volta su tre incontri la Roma
e leggere le solite frasi che da 4 anni ripetono Spalletti
e la Sensi “fa male perdere cosi', non si e' perso per
colpa nostra”, crea un sogghigno di soddisfazione non
indifferente
- lo penso gia' da
tempo ma ieri ne ho avuta ulteriore conferma: Mourinho e'
uno che ha culo
- Santon puo'
diventare il Maicon della fascia sinistra. Se ci dice
bene, abbiamo risolto il problema fasce per un decennio.
Tornando seri,
sono preoccupato del rapporto Mourinho-Societa'. Ho il
sospetto si sia rotto qualcosa o comunque che ci si trovi
in un momento di tensione forse dettato dal fatto che
siano imminenti due rinnovi di due giocatori che lui ha
espressamente chiesto venissero ceduti (Cruz e Toldo). Non
loso, e' solo una mia impressione, ma ieri Mourinho era
molto molto scuro. To be continued..
Prometto di non scomodare Dante oltre il titolo,
dunque non parlero' ne' di selve oscure ne'
tantomeno di rette vie smarrite. Prendo in prestito
qualche parola del sommo poeta perche' anche noi,
da oggi, ci troviamo nel bel mezzo della stagione.
Con i quarti di finale di Coppa Italia chiusi ieri
in maniera vincente e tutto sommato convincente,
siamo a tutti gli effetti al fatidico giro di boa.
Siamo nel mezzo del cammin di ogni competizione,
Coppa Italia, campionato e Champions, dunque
possiamo per un attimo fermarci, dare un’occhiata a
cosa abbiamo lasciato alle nostre spalle, prendere
un po’ di fiato e da quel momento in poi guardare
solo avanti, dritti alla me'ta.
Dati i
tumulti estivi che hanno portato al cambio di
gestione tecnica, e' tanto scontato quanto
inevitabile essere influenzati nei propri giudizi
dai risultati conseguiti nelle precedenti stagioni,
purche' ovviamente venga il piu' possibile
utilizzato raziocinio : in questa sede non si
discutera', dunque, ne' dei motivi che hanno
portato Moratti a compiere determinate scelte, ne'
tantomeno della bonta' delle scelte stesse, ma
semplicemente interpreteremo i risultati
precedentemente conseguiti come una sorta di
cartina tornasole per comprendere gli aspetti
positivi e negativi della nostra attuale
situazione. Che, diciamolo sin da subito, non e'
cosi' tetra come il regime mediatico ci descrive
negli ultimi giorni.
Partiamo, ovviamente, dalla cosa piu' importante
: i risultati. Se dovessimo fare
un ipotetico gioco incasellando ciascuna voce
rispettivamente in una tabella positiva e in una
negativa, certamente i risultati verrebbero
annoverati tra gli elementi positivi. Siccome nel
calcio il risultato e' tutto o quasi, e'
inevitabile considerare questa prima parte di
stagione positiva. Ad agosto entra
in bacheca la quarta supercoppa italiana,
al debutto assoluto di Jose' Mourinho, in seguito
ad una partita equilibrata contro l’avversaria
principale delle ultime stagioni, la Roma di Totti
(che sbaglia il rigore decisivo dopo che i tempi
regolamentari e supplementari si erano chiusi in
parita'). In Coppa Italia, il
terzo obiettivo per importanza, l’Inter elimina
agli ottavi il temibile Genoa e ai quarti
nuovamente la Roma, detentrice delle ultime due
edizioni del trofeo, con due partite altamente
spettacolari sul piano delle occasioni create ma
con risultati sempre striminziti : con il Genoa,
ridotto in inferiorita' numerica fin quasi da
inizio partita e con numerosi assenti, l’Inter deve
attendere il centoventesimo minuto per passare il
turno. Contro la Roma, invece, il 2-1 sta' stretto
agli uomini di Mourinho alla luce delle occasioni e
del gioco prodotto. Il discorso sulla capacita'
realizzativa, tuttavia, esula dal fattore del
risultato e dunque sara' oggetto di analisi a
parte. L’Inter consegue per la quinta volta
consecutiva la semifinale di coppa
nazionale, un altro record che dimostra la assoluta
serieta' e determinazione dell’Inter nel non
snobbare alcuna competizione ufficiale, a
differenza di altri club (per i quali, pero', in
tempi di magra la Coppa Italia “vale come uno
scudetto”) o dell’Inter stessa di qualche anno fa
(le eliminazioni contro il Bari agli ottavi sono un
lontano ricordo). Mai sottovalutare l’importanza di
questa coppa, che puo' sempre servire per
mettere fieno in cascina quando le cose vanno bene
(e l’Inter potrebbe diventare l’unico club
in Italia a vincere i tre trofei nazionali
e a farlo per ben due volte),
oppure per gettare acqua sul fuoco quando le cose
vanno male (questa Inter, non dimentichiamolo, ha
cominciato il filotto di vittorie che ancora oggi
sta continuando proprio con la coppa nazionale).
Con la partita di ieri, l’Inter rimane
ufficialmente l’unico club in Italia ad essere in
corsa per tutti i trofei stagionali, e scusate se
e' poco.
Restando in ambito nazionale, passiamo al
campionato. Inevitabilmente la sconfitta
di Bergamo patita proprio all’ultima giornata del
girone di andata ha ridimensionato lo strapotere
nerazzurro mostrato nell’arco di tutto il
campionato, perlomeno sotto il profilo dei
risultati. Nonostante questo, l’Inter consegue il
titolo di campione d’inverno con due giornate di
anticipo, a dimostrazione della assoluta qualita' prestazionale
macchiata proprio sul finale da un pareggio
casalingo con il Cagliari e dalla gia' citata
trasferta di Bergamo. A supporto di tale qualita',
i numeri parlano piuttosto chiaro, perche' l’Inter
si e' sempre distinta per avere il miglior attacco,
la miglior difesa, il minor numero di sconfitte e
il piu' alto numero di vittorie. Logico pensare, e
sperare, che l’Inter piu' recente debba ancora
smaltire il panettone e gli strascichi delle feste
natalizie e che i recenti risultati siano solo
frutto di una certa casualita', almeno leggendo i
numeri.
Veniamo
alla Champions, la competizione
sulla quale tutti in societa' scommettono. Proprio
la Champions rappresenta l’unico punto
interrogativo sotto il profilo dei risultati.
Qualificazione conseguita, con una giornata
d’anticipo, e quindi verrebbe da pensare che
l’Inter non abbia incontrato problemi di sorta.
Niente di piu' falso : qualificarsi secondi alla
prima fase, nella Champions attuale, fa' poca
differenza rispetto ad arrivare primi, ma arrivare
secondi in un girone con Werder Brema,Panathinaikos
e Anorthosis, perdendo una partita con le prime due
e pareggiandone una con la terza, non puo' essere
considerato un risultato soddisfacente. Per ora,
come anticipato, l’Inter stecca il grande
appuntamento europeo, o comunque non convince
pienamente, ma a partire dal 24 febbraio avra'
l’occasione di rifarsi e di smentire tutti quelli
che, come me, non hanno grandi aspettative europee.
Detto
questo, sarebbe banaleanalizzare
l’intera stagione su dati eminentemente numerici,
anche perche' dietro alle cifre spesso si
nascondono pericolosi rischi di fraintendimento.
Lasciamo perdere per un attimo la Supercoppa
italiana e la Coppa Italia, che possono essere
indicative fino a un certo punto, e analizziamo
piu' da vicino il cammino interista in campionato e
in Champions. Scopriamo, cosi' facendo, che non e'
tutto rose e fiori. In campionato, infatti,
Mourinho ha sofferto il peso tattico e le
capacita' strategiche dei tecnici italiani :
Spalletti,De Biasi e Ranieri a parte, non
c’e' allenatore che non abbia saputo creare
grattacapi al tecnico portoghese. Puo' sembrare
forte, polemico, eretico, ma provate per un
attimo a ragionare sulle seguenti partite :
Samp-Inter, Inter-Catania,Inter-Lecce,Milan-Inter,
Inter-Bologna,Reggina-Inter,Inter-Udinese,
Inter-Genoa,Inter-Chievo,Inter-Cagliari,Atalanta-Inter.
Tutte gare sofferte, per la maggior parte vinte
(cosa, ripetiamolo, piu' importante), ma
dannatamente sofferte. Ogni campionato e' una
storia a se', d’accordo, ma la differenza rispetto
alle precedenti stagioni e' piuttosto netta : fino
all’anno scorso, escludendo il periodo piu' recente
contraddistinto da troppi infortuni per essere
valutato, l’Inter dava l’impressione di
stradominare l’avversario,almeno in Italia. C’era
da indovinare chi e come avrebbe segnato, ma dal
primo minuto il gol era sempre nell’aria.
Quest’anno, invece, per una qualche ragione (il
cambio di gestione tecnica?) la musica e' cambiata.
Mourinho ha soprattutto sofferto le partite
casalinghe : non ne ha mai persa una, ma la squadra
ha sempre sofferto lo schema avversario piu'
prevedibile possibile, cioe' quello di chiudersi a
riccio nella propria trequarti. Vuoi per l’assenza
di fantasia in mezzo al campo, vuoi perche' ancora
oggi gli elementi piu' imprevedibili sono
praticamente fuori rosa, l’Inter si e' trovata
troppo spesso a ricorrere allo schema del lancio
lungo e dell’inserimento contestuale di tutte le
punte disponibili : a volte e' andata bene (Inter-Lecce,Inter-Udinese,Inter-Cagliari),
altre meno (Inter-Genoa, Fiorentina-Inter,ecc), ma
l’Inter da ora in avanti non puo' che
ritenere questa soluzione una extrema ratio,
l’eccezione che conferma la regola e non il
contrario.
In
Champions, l’Inter parte bene
contro i greci, mostrando una personalita' che in
realta' manchera' per tutto il prosieguo del girone
: contro il Werder in casa spreca,subisce il
pareggio e rischia di perdere, contro l’Anorthosis
nella doppia sfida non convince ne' a Milano (1-0
stretto stretto e gioco non esaltante) ne' in terra
cipriota (un 3-3 fortemente discutibile), e infine
perde malamente le ultime due gare. L’Inter che
parte con l’obiettivo realistico di fare meglio in
Champions rispetto alle passate stagioni (e' stato
cambiato il tecnico proprio per questo…) si ritrova
inspiegabilmente a fare peggio, perche' tutto era
preventivabile fuorche' un secondo posto in un
girone obiettivamente scarso. Ma la Champions, si
sa', e' una competizione aleatoria e tutto puo'
succedere : la speranza e' quella di fare meglio
agli ottavi, anche perche' fare peggio e' piu'
difficile, il sogno e' quello di battere il
Manchester. E chissa'…
Veniamo, ora, alle considerazioni
individuali. Tra i piu' positivi
certamente trova spazio Ibrahimovic,
che se dovesse ripetere una seconda parte
di stagione confermando lo stesso score
sfiorerebbe, con un po’ di gol in Champions (che
non guasterebbero assolutamente,vero Ibra?), le 40
reti stagionali. Cifre da campione assoluto, anche
se non mancano gli aspetti critici. Unico (finora)
baluardo dell’attacco, Ibra segna tanto perche'
gioca sempre. Il che e' positivo, per la carita',
ma quanto puo' reggere? La risposta e' troppo
importante, perche' l’Inter mouriniana non
puo' prescindere da Zlatan Ibrahimovic :
lo svedese, infatti, ha segnato quasi la meta'
(certamente piu' di un terzo) delle reti
complessive, e questo e' paradossalmente un limite
se consideriamo che Leite Ribeiro ne ha segnate 5,
Cruz 3,Balotelli 2 , Obinna 1 e Crespo 0,cioe' 11
reti in 5 (media di due reti a testa) e stiamo
parlando di reti stagionali (quattro competizioni).
Domenica sera, contro un avversario pur sempre
tosto, vedremo cosa varra' l’attacco dell’Inter
senza Ibra, e la curiosita' e' logicamente
parecchia.
Note di
merito ovviamente anche per Maicon, Julio
Cesar,Samuel,Cordoba e capitan Zanetti.
Nel limbo, anche se per ragioni diverse,
Cambiasso e Leite Ribeiro : l’argentino,
che precisiamo ha un rendimento costantemente
positivo, pare fortemente limitato dalla nuova
posizione disegnata da Mourinho, troppo lontana
dalla trequarti avversaria, con conseguente
limitazione dal punto di vista offensivo. Sembra
incredibile ma a conti fatti Esteban registra solo
una rete (in Coppa Italia) e un assist (in
campionato). Troppo poco per i suoi livelli
standard. Il brasiliano, invece, vive di alti e
bassi : attualmente sembra tornato l’incredibile
Hulk, ma nessuno deve dimenticare il motivo per cui
fino a poco tempo fa' si parlava di cessione e
ancor prima era confinato fuori rosa. Non
scordiamoci altrettanto, pero', del fatto che
proprio Leite Ribeiro e' stato(in versione Adriano)
l’attaccante piu' decisivo in Champions nella
storia recente dell’Inter. Tra gli elementi
negativi, certamente i nuovi arrivi Mancini
e Quaresma. E questo ci permette di
analizzare un altro punto, le scelte
societarie.
Facciamo finta, per un attimo, che il cambio di
allenatore sia stata una scelta necessaria, quindi
tralasciamo tutta la vicenda Moratti-Mancini. Ora,
appena seduto in sala stampa, Jose' Mourinho
chiarisce immediatamente un punto che all’epoca
viene sottovalutato, ma che oggi invece risulta di
importanza imprescindibile : sfoltire, e parecchio,
la rosa. Senza neanche un allenamento sulle spalle,
ma con tanta esperienza derivante dal fatto che il
Mou osservava l’Inter da mesi, viene riscontrato un
esubero di giocatori che secondo il tecnico e'
insostenibile. Facilmente individuabili i giocatori
ritenuti di troppo dal tecnico : dando uno sguardo
alle convocazioni, Crespo,Jimenez,Dacourt,Obinna e
Rivas sono praticamente inutili, al pari dei
partenti Maniche,Solari,Cesar e Suazo. Inoltre il
tecnico ha un’ idea tattica precisa : o si da'
continuita' al progetto tecnico di Mancini
acquistando un regista e un trequartista di livello
mondiale (Deco e Lampard), oppure si vira su un
modulo diverso a due ali con doti di sacrificio
tattico. La societa', probabilmente per
giustificare il piu' possibile l’allontanamento del
precedente tecnico, vira dritta sulla seconda
opzione, abbandonando le piste di Lampard e Deco e
puntando su una sola ala, Amantino Mancini,
pagandola 15 mln quando un anno dopo si sarebbe
liberata a costo zero e a dicembre sarebbe costata
meno di un terzo. Non male per essere il sostituto
di Solari.
Proprio
qui' sta uno dei piu' grandi errori dell’ultimo
mercato : rinunciare a due campionissimi per un
mezzo campione,strapagandolo, senza avere nessun
salto di qualita', dato che l’unico modo per farlo
rimane ancora oggi acquistare due centocampisti
cosi' forti da rendere Zanetti e Stankovic dei
panchinari di lusso. La rosa, che non viene
sfoltita, appare immediatamente sproporzionata : in
un modulo che prevede due ali e una punta centrale
la rosa dovrebbe annoverare almeno quattro ali e
tre punte centrali, invece l’Inter si presenta a
settembre con due ali e mezzo (dato l’arrivo in
extremis di Quaresma e il mezzo servizio garantito
da Figo) e sei punte centrali.
Mourinho, che e' persona molto intelligente,
capisce benissimo dopo qualche tentativo che il
nuovo modulo non puo' strutturalmente funzionare
per carenza di interpreti, dunque saggiamente vira
sul vecchio modulo manciniano, presentando pero' a
questo punto problemi a centrocampo, visto che
manca una vera alternativa a Stankovic e Vieira e'
come se non ci fosse. La storia della
coperta troppo corta, insomma,
indipendentemente dal punto da cui si guarda. Forse
sul mercato si poteva fare qualcosa di piu' in
entrata, certamente si doveva fare di piu' in
uscita, perche' sono state proprio le mancate
uscite che hanno limitato la fantasia in entrata :
liberarsi, ad esempio, di Dacourt avrebbe permesso
magari di acquistare un Dossena o un Cigarini che
essendo utilizzabili in diversi ruoli sarebbero
stati piu' utili alla causa.
L’Inter
societa' deve imparare a credere nei propri tecnici
: se Mourinho vuole 24 giocatori (per quanto io,ad
esempio, non sia assolutamente d’accordo), 24
giocatori siano. Se vuole Lampard, si prenda
Lampard. Altrimenti si incappa sempre nello stesso
equivoco, che oggi ci ha portato ad avere
sostanzialmente la rosa di Roberto Mancini guidata
da un tecnico che non la vuole.
Quindi,
certamente, un fattore negativo e' rappresentato
dalla gestione tecnica. Che non e' determinante,
perche' i risultati possono arrivare nonostante
scelte di mercato e strategie sbagliate : come
ricordo sempre, l’Inter l’anno scorso vinse lo
scudetto e il Mlan l’anno prima la Champions pur
con mercati assai discutibili.
Capitolo Mourinho. Jose' si e'
subito ben calato nella parte dal punto di vista
gestionale : regole ferree (pensiamo alla getione
dura di Leite Ribeiro e Balotelli), e abilita'
comunicazionale sono stati in assoluto i punti piu'
forti del suo operato. Chi sbaglia con lui resta
fregato, che si tratti di giocatori o di
giornalisti non ci sono sconti. Piu' discutibile e'
la gestione tecnica : detto della sua elasticita'
che lo ha portato a comprendere (anche se con un
po’ di testardaggine) che il modulo con
trequartista era il migliore in assoluto, questa
Inter non convince ancora sul piano tattico e del
gioco : troppo spesso l’Inter e' andata in
difficolta' in casa contro squadre che negli anni
precedenti non rappresentavano di certo ostacoli
insormontabili, spesso perche' i famosi
triangoli dinamici in realta' non si sono mai
visti. Troppo spesso si ricorre al lancio
lungo o allo schema con tutte le punte dentro,
anche se va' detto che l’Inter ha dato il meglio di
se' negli incontri in cui l’avversario ha cercato
di giocarsi la partita : pensiamo a Inter-Juve,Inter-Napoli,Roma-Inter
ma anche le meno fortunate Milan-Inter e
Fiorentina-Inter. Questo, se non altro, dovrebbe
far ben sperare in Champions dove si attendeva quel
salto di qualita' che finora non c’e' stato.
Insomma, note piu' o meno positive, ma a differena
degli altri il Mou e' ad Appiano da agosto.
Lasciamolo lavorare con tranquillita', almeno fino
alla fine dell’anno, anche perche' con gli errori
societari di mercato suddetti il portoghese sta
facendo moltissimo.
Gli
obiettivi sono sempre gli stessi : vincere il
campionato, per confermarsi padroni d’Italia, e
magari anche la Coppa Italia, visto che
il piu' difficile sembra essere passato. In
Champions battere il Manchester, anche per dare
finalmente credibilita' a un gruppo di giocatori
che ora come ora non fa' ancora paura a livello
internazionale, e poi quel che verra' verra'. Con
la consapevolezza che in questo momento si rischia
tanto di finire con in mano un pugno di mosche, il
che sarebbe disastroso visto il capitale investito
e le scelte fatte, quanto di toccare il cielo con
un dito dovendo fare spazio a piu' coppe possibili
in bacheca.
Insomma, citando Dante, dove si collochera'
l’Inter? Inferno o Paradiso? O magari Purgatorio?
Staremo a vedere…il fiato lo abbiamo ripreso, la
me'ta e' davanti a noi, non ci rimane che
ricominciare a correre. A partire da domenica sera…
Penso sia uno
dei momenti piu' strani della
stagione, una situazione di “caos
calmo”, in cui punti di riferimento
e di valutazione non “reggono”, in
cui quest’inter dimostra ancora di
essere la solita “Pazza Inter”.
Difficolta',
crisi, nessuna delle due, dopo la
sconfitta piu' “pesante” degli
ultimi anni contro l’Atalanta,
ecco un squadra determinata in
Coppa con la conquista della
semifinale di Coppa Italia ai danni
di una squadra in formissima come
la Roma.
Giusto per
fare un po' di ordine nel disordine
cerchiamo di esaminare cosa va' e
cosa non va':
Adriano
sembra esserci, l’unico a salvarsi
domenica, trascinatore e cinico
mercoledi' sera.
La conquista
dell’ennesima semifinale,
nell’ennesimo scontro infinito con
la Roma.
Il
promettente esordio di Santon, un
tocco di gioventu' italiana per il
futuro nerazzurro.
Il pur
sempre buon vantaggio di tre punti
sulla Juve nonostante il periodo
nero.
La
spumeggiante stagione di
Ibrahimovic instancabile
marcatore…sempre.
_
Questi
ultimi passi falsi in campionato
destano preoccupazione.
La strana
“scomparsa” di Amantino
Mancini,la misteriosita' di
Quaresma, il capitolo Balotelli.
Il calo
fisico dell squadra, che sembra
in difficolta' sotto il piano
atletico.
Un
centrocampo dimezzato, che soffre
la “non manovra” dei supplenti
Zanetti e Chivu.
Una rosa da
sfoltire, con troppi giocatori
inutilizzati.
Con che
spirito andremo a riaffrontare il
girone di ritorno? Riusciremo a
riprendere la marcia imponendoci
ancora una volta o saremo costretti
a viveva questa stagione con
“suspance” fino alla fine?
A
giudicare dalla raffica di smentite, puo' darsi
che sia vero. A questo punto diciamo che:
1)
avranno anche avuto il precipuo (parlo come
Biscardi, dio mio) scopo di scuotere la truppa,
ma la frase incriminata dello Special (Spacc)One
e' di pessimo gusto. E' come se un marito
dicesse alla moglie: "Guarda quanta polvere,
questa casa fa schifo, non fai una cippa e
infatti sei sovrappeso". E' come se Novellino
dicesse: "Siete una squadra del cazzo, del resto
qui non siete stati mai nemmeno capaci di
prendere l'aereo". O se Ranieri dicesse: "Basta,
mi avete rotto i coglioni, datevi una mossa.
Certo era meglio prima, quando si compravano le
macchine agli arbitri, si mandavano le puttane
ai guardalinee, ci si drogava alla stragrande o
si designavano gli arbitri della serie A Tim".
La frasetta sugli scudetti e' a questi livelli,
molto diretta e contenente quegli elementi di
verita' o di verosomiglianza che ti irritano un
casino. Un po' e' vero, no? Ci hanno dato uno
scudetto in segreteria, l'altro l'abbiamo vinto
perche' ai nostri livelli non c'era nessuno e
l'altro l'abbiamo vinto all'ultimo minuto.
Naturalmente noi sappiamo (tutti sanno) che non
e' solo cosi', e che cazzo!, pero' e'
anche un po' cosi'.
2)
quindi, ammettendo che sia successo, rileviamo
anche che come al solito - direi da sempre -
c'e' qualcuno all'Inter che esce dallo
spogliatoio e spiffera. Siccome in questo caso
la persona da mettere in chiara difficolta' e'
l'allenatore, possiamo esercitarci in congetture
ad hoc. Mi girano le balle quando l'esposizione
mediatica negativa siamo noi stessi ad
innescarla, come non bastassero gli altri.
3)
qualsiasi cosa succeda a questo mondo, gli
juventini ne approfittano per chiedere la
restituzione degli scudetti. E questa
considerazione mi e' di grande aiuto per
riportare i testicoli in posizione di riposo.
"Lo juventino che chiede la restituzione degli
scudetti" e' in questo preciso momento storico
la figura umana piu' patetica del panorama
antropologico internazionale. Viva gli
juventini, perche' se non ci fossero saremmo
tutti qui a girarci i pollici. E invece ci sono,
e quando mi chiedono di restituire gli scudetti
mi fanno stare bene, ma bene bene bene, quasi
come una confezione di Choco Leibniz mangiata in
meditazione, nove deliziosi biscotti
intervallati da otto sorsi di caffe'.
CANTA NAPOLI NERAZZURRA
PER MOURINHO
~Inter Club Sarno via Nunziante 33,Sarno(SA).P.IVA94038420652~