RUBIN-INTER 1-1
INGUARDABILI
(ma se Atene piange Sparta non ride...)
In queste serate cosi' insulse,dove sarebbe facile cadere nel vortice della maggioranza dei commenti(tutti negativi) nei confronti della prestazione della nostra squadra a Kazan, nelle quali parlare di quanto sia stata flebile la prestazione di Eto'o,oppure di Balotelli,o di un Cambiasso moviola,con un Maicon altalenante.Ebbene ,io vorrei soffermarmi su cio' che di positivo,lontanamente positivo,possiamo intravedere...Una squadra molto veloce ,sicuramente piu' in forma di noi,nel clou del proprio campionato,ci ha messo in difficolta' i primi dieci minuti. Dopo il gol c'e' stato un gioco piu' equilibrato,ma si sentiva pesantemente l'assenza di Milito,di Sneijder,o almeno di qualcuno che ne facesse un gioco lontanamente somigliante.Cosi' come si e' sentita l'assenza di Tiago Motta,o di Muntari...Ma questo perche' parecchi nostri elementi hanno subito un black out...Dal momento in cui Balotelli e' stato espulso siamo stati costretti a rivoluzionare il progetto iniziale...A me non va di salire sul carro dei denigratori...Bisogna guardare avanti e stringerci uniti in un abbraccio chilometrico attorno a questa squadra e a questo tecnico,che ha gia' i suoi problemi con la stampa provocatrice...D'altronde l'innesto dei nuovi elementi sta portando i problemi classici di una squadra in ricostruzione,e ci vorra' del tempo...Abbiate fede...Intanto possiamo assistere alla debacle definitiva di una squadra allo sbando da ormai tempo immemore,la terza squadra di Milano,dopo l'Inter e le riserve dell'Inter...Quanto ai Gobbi,la solita prostituzione intellettuale definisce la loro prestazione (0-0 col Bayern),come un i,presa epica...Appuntamento a Sabato...
Campagna di Russia, Vol. I
Rubin Kazan – Inter 1-1
“Il mio
destino, li' in Russia, era stato si' terribile, ma ero sopravvissuto. Era
abbastanza.
Sono
partito per il fronte russo il 17 agosto 1942. Divisione Julia, battaglione
“l’Aquila”: eravamo 1600 alpini, 53 ufficiali, 380 muli. Siamo tornati in 159
alpini, 3 ufficiali e 12 muli, compreso “Fusco”, l’orgoglio di tutto il
battaglione, che quelli dell’artiglieria avevano tentato invano di portarci via.
Avevo
vent’anni, da sottotenente comandavo alpini piu' vecchi di me, ma insieme si
viveva bene. Pensa che mi ero portato un pallone vero, di quelli con la stringa
e la pompetta. Un giorno d’autunno, mentre eravamo accampati nella steppa, l’ho
tirato fuori. E’ successa una mezza rivoluzione: volevano giocare tutti ed erano
troppi. Ho fatto fatica a convincerli a lasciar giocare solo quelli della mia
compagnia, la 108. Abbiamo messo gli zaini a segnare le porte e poi ho detto:
-Ragazzi, giochiamo senza scarpe, cosi' il pallone dura di piu'-. Purtroppo,
durante la prima partita, si e' rotta la camera d’aria. Ho scritto subito ai
miei genitori che me ne mandassero una di scorta, ma siamo nel ’93, sono
passati cinquant’anni e sono ancora in attesa di quella maledetta camera
d’aria che non e' mai arrivata”.
Parole e
ricordi di Peppino Prisco, uno che ieri non avrebbe retto all’emozione di
tornare a quelle latitudini e che avrebbe certamente saputo camuffare meglio di
me la profonda delusione per lo spettacolo cui avrebbe assistito.
Odio
questa manifestazione: l’ho piu' volte detto e ribadito. La odio non perche' sia
difficilissima da vincere –o meglio, non solo per quello-, ma perche' e' ormai
un dato universalmente assodato come non sia nelle nostre corde, nel nostro DNA.
E’ una
vetrina importantissima, di livello planetario: tutto il mondo ti guarda. E’ una
seduta del Parlamento a Bruxelles, un’udienza dal Papa, un summit alla Casa
Bianca. Non ti ci puoi presentare in jeans e felpa col cappuccio. Posso passare
sopra una figuraccia a Bergamo, una partita sofferta a Cagliari, una giornata
opaca col Bari…ma offrire al Mondo uno spettacolo cosi' poco decoroso al
cospetto del Rubin di Kazan, non lo sopporto.
Ogni anno
l’accesso alla Champions League viene salutata come una sfavillante
affermazione, e non v’e' dubbio che sotto l’aspetto economico lo sia davvero.
Manca pero' –parlo per noi, s’intende-, la consapevolezza d’essere stati ammessi
all’Olimpo del Calcio. Non scatta mai quella molla per cui metti da parte
schemi, tattiche e menate varie per giocare a calcio, nient’altro che
quello, semplicemente.
Invece,
proprio come l’anno scorso (per attenerci alla storia recente), facciamo la
figura degli “improbabili”, di quelli capitati li' per caso, timidi e
impacciati, lenti e nervosi, molli e disattenti.
Non ho
voglia di dire nulla sulla partita, se non che non c’e' stato uno dei nostri che
non sia stato surclassato dalla velocita' del suo avversario diretto. Come
sempre ci sarebbero delle cose da dire, considerazioni da fare, circostanze da
analizzare.
Ma non ne
ho voglia.
Preferisco
sedermi con Don Peppino attorno al fuoco, senza dire altro.
Insieme
fisseremo quel vecchio pallone afflosciato, per il quale, da cinquant’anni,
stiamo aspettando una camera d’aria di scorta.
Veleno61
30/09/2009
DOPO KAZAN
STRESS
Prima fai 1 a 1, poi fai 1 piu' 1 e capisci un po' di cose. Per esempio: ecco perche' il Mou e' nervoso da far paura. Perche' con l'Inter ha giocato dieci partite in Europa e ne ha vinte la miseria di due. Di piu': in Europa non vince da sette partite consecutive, ovvero da quasi un anno che pero' sembra un secolo, perche' ce la giocavamo a San Siro contro dei ciprioti e il golletto della vittoria lo segnava un corpulento brasiliano che non sappiamo manco piu' dove sta di casa. Questi numeri sono noti a tutti e al Mou, secondo me, in queste settimane creano depressione, nervosismo e magari un po' di panico. Mourinho - lo dicono i freddi numeri, per ora - sta fallendo nella missione che gli hanno affidato, non ha ancora combinato un tubo in quel core business per il quale Moratti ha individuato lui come massimo specialista (per vincere in Italia bastava anche meno, non dico chiunque ma bastava meno).
Facciamo un esempio economico, visto che Mourinho guadagna come un top manager planetario. Sarebbe come se la Fiat chiamasse un nuovo Marchionne con l'obiettivo manifesto di diventare la prima marca d'Europa, inculandosi la Volkswagen, la Renault e via via tutte le altre. E sarebbe come se questo nuovo Marchionne, un anno dopo l'ingaggio, si presentasse al consiglio di amministrazione snocciolando quattro numeri e sottolineando che la Fiat ha conservato la prima quota di mercato in Italia. "Si', va bene. Ma scusi, e in Europa?". Occhei, le solite quattro Punto, le solite tre Panda. Dietro il Mourinho-Marchionne si vedrebbero scorrere le slide con i dati, una teoria di grafici che puntano verso il basso. Forte brusio. In pratica, la Fiat-Inter ha chiamato il migliore e un anno dopo scopre di vendere meno di prima.
Con questo, attenzione, non voglio dire che Mourinho e' un coglione. Sto solo dicendo che, dopo quattordici mesi di Inter, puo' dire di avere centrato gli obiettivi minimi (che a noi fanno sempre piacere, per carita', sia lodato il Mou) ma si trova davanti al primo significativo bilancio europeo (dieci partite, no dico, dieci, 10) e si accorge di averne vinte due, un misero 20 per cento, una robetta da zona retrocessione se queste dieci partite le trasformassimo d'incanto in un girone all'italiana. E lui, non e' un mistero, e' stato chiamato principalmente per quello, per l'Europa, per la coppa orecchiuta, avendo ritenuto Moratti che Mancini non fosse adatto all'impresa, e avendo ritenuto Moratti che il migliore su piazza fosse lui, il portoghese malmostoso che in conferenza stampa ti fa ribaltare.
Il bilancio diventa ancora piu' deprimente se queste dieci partite le passiamo in rassegna. Scoprendo con raccapriccio che, forse, la migliore e' stata quella persa 2-0 a Manchester. Il resto e' stato complessivamente uno sfacelo, dal catastrofico gironcino-farsa dello scorso anno (preso sottogamba e costatoci di fatto l'eliminazione agli ottavi) fino al pallido inizio di quest'anno, due pareggi, un golletto, stop. Il Mourinho che dice che va bene cosi' e che un punto a Kazan e' meglio di niente perche' si stava mettendo molto male, ecco, e' un Mourinho che alla Fiat-Inter forse mediterebbero di cacciare a calci in culo, perche' con quello stipendio, maggiorato per mezzo di una simpatica trattativa da cravattaro non piu' tardi di tre mesi fa, vincere due partite su dieci in Europa (ti hanno preso per quello) e' - eufemismo - un po' pochino.
Con questo, ribadisco, non voglio dire che Mourinho e' un coglione, ne' che ha fallito (siamo solo agli inizi). Mi voglio solo spiegare le ragioni di un nervosismo che ha passato i limiti (prendere a palate di merda un Del Neri che te lo ha appena messo in culo, insomma, non e' stata una gran figura) e che spero non condizioni la guida tecnica della squadra, che chiede lucidita' e chiarezza di idee.
Mourinho, in questi giorni, compreso ieri sera, ha delle belle scusanti. A parte Zanetti, a centrocampo si sono infortunati tutti, a turno o anche in splendida sovrapposizione, a botte singole oppure cumulative, e il suo rombo e' diventato una specie di flipper in cui abbiamo visto rimbalzare i vari giocatori come palline impazzite. Senza un centrocampo "fisso", senza una minima garanzia di continuita' in mezzo al campo, sarebbe stata dura per tutti. Stiramenti, distorsioni, menischi, ramadan, bolliture: il nostro centrocampo, finora, e' stato questo, poche balle, e con un centrocampo cosi' accetti il rischio. O la' davanti in qualche modo risolvono (era lo schema Ibra, ricordate?), oppure da li' in mezzo non pretendiamo che esca chissa' cosa, perche' non ci sono ancora le condizioni.
Ego te absolvo, Jose'. Non e' colpa tua nemmeno se Supermario fa un fallo da imbecille davanti all'arbitro che non aspettava altro. Ma da questa cosa dell'Europa bisogna che ci tiriamo fuori, senno' - con rispetto parlando - sono veramente cazzi.
Rubin Kazan Inter 1-1
Settembre 29, 2009
Non venitemi a dire che se uno si imbatte in una giornata di merda gia' al mattino presto non se ne possa accorgere per tempo…
Ore 5.35 suona la solita sveglia
Ore 5.40 come di consueto mi alzo, cerco il gatto per dargli la colazione (si, il mio gatto fa colazione con me) ma non lo trovo subito… dopo 5 minuti scopro che aveva deciso di andare a dormire nella cesta dei panni sporchi.
Ore 5.50 faccio colazione e nel mentre puccio la brioche nel caffe' latte il gatto viene sul tavolo chiedendo la colazione e guardandomi con la faccia di quello che pensa “sto morendo di fame e te ne sbatti, stronzo”
Ore 5.51 gli preparo la sua ciotola di crocchini e nel mentre la riempivo vedo che stava bevendo dalla mia tazza il latte
Ore 5.52 avevo gia' tirato due Madonne ed ero dieci minuti in ritardo sulla tabella di marcia
Ore 6.35 esco, ma siccome ero in ritardo decido di prendere la macchina di mia moglie che e' gia' in strada mentre la mia e' nel box
Ore 6.50 parcheggio in zona stazione in un posto piu lontano del solito
Ore 7 corro sul binario e vedo che il mio treno e' in ritardo di 20 minuti
Ore 7.01 penso che sia una giornata che butta male…l’Inter fatichera'
Ore 8 arrivo a Milano, inizia la solita giornata di lavoro.
Ore 16,40 un collega mi chiede un favore ma io incurante del modo rispondo con “mi dispiace, facciamo domani perche' c’e' l’Inter”
Ore 16,41 tra me e me penso che questo gufera'
Ore 16,50 mi accorgo che nella tasca destra della giacca non ci sono piu' le chiavi della macchina di mia moglie
Ore 16,51 altre due Madonne tirate gratuitamente
Ore 16,52 chiamo un collega e chiedo di verificare se le chiavi fossero in ufficio; ovviamente non ci sono
Ore 16,53 rimetto le mani nella tasca e noto che nel fondo della tasca c’e' un buco. “Devono essere nell’interno fodera” – penso tra me e me – proseguo con l’esplorazione e noto che c’e'ra un buco anche nel fondo della fodera. Insomma le chiavi son volate per terra in qualche punto imprecisato di Milano
Ore 16,54 inizio a convincermi che dato la giornata di merda l’Inter avrebbe perso
Ore 17 arrivo sul binario…25 minuti di ritardo…rischio di perdermi l’inizio della partita. “Speriamo non finisca in goleada“
Ore 17,45 chiamo mia moglie spiegandole l’accaduto ed elemosinando un passaggio dalla stazione a casa per riuscire a vedere l’inizio della partita. Mi sento arrivare addosso qualsiasi tipo di insulto per aver perso le chiavi e decido di non proseguire nello scopo di farmi venire a prendere in stazione
Ore 17,46 guardo il sito dell’Inter sul telefonino ed apprendo che Milito per un risentimento sarebbe stato in tribuna. Ho la certezza che l’Inter avrebbe perso
Ore 17,47 chiamo mio padre spiegandogli l’accaduto ed elemosinando un passaggio dalla stazione a casa per riuscire a vedere l’inizio della partita. “Si arrivo subito”. “Fanculo a mia moglie” penso subito, e poi “forse e' finita la sfiga, magari pareggiamo“
Ora converrete con me che oggi i segnali fossero ben evidenti gia' al mattino presto. Eppure io ci ho creduto sempre e alle 18.25 ho acceso il televisore. Ecco allora mi piacerebbe in queste occasioni guardare negli occhi tutti quelli che avevano la nostra maglia, e gia' che ci sono guardare negli occhi anche il nostro allenatore. E al primo “Non ti conosco” che mi dice randellarlo con qualche oggetto contundente unitamente alle 56 Madonne che ho tirato giu dall’alba.
Domani e' un altro giorno. Forza Inter.
Ottobre 1, 2009 @ 17:11
E’ ora di darsi una mossa
Di certe partite bisogna parlare a mente fredda. Le impressioni del post-partita finiscono sempre per risentire dell’adrenalina del match.
Aver giocato martedi come la Fiorentina (che ha fatto 45 minuti alla grande) ha fatto sembrare la partita piu' brutta di quello che e' stata in realta'.
Alla Juve e' successo il contrario, la contemporanea sconfitta del Milan ha mitigato la sensazione di approssimazione destata dalla prova dei bianconeri che ricordiamolo ha incontrato il Bayern solo 7° in Germania.
Torniamo all’Inter .
Primi 20 minuti: da incubo.
Fine primo tempo e inizio del secondo : un minimo di riequilibrio.
Dopo l’espulsione : gara di solo contenimento.
Una partita brutta e giocata male senza scusanti
Ci sono cause tecniche, tattiche e fisiche.
Mou ha perso il controllo della situazione, finendo vittima di se stesso Continuando a sentirsi obbligato a dimostrare qualcosa, non potendosi permettere che vittorie schiaccianti, ha finito col dimenticarsi dell’avversario. Mancato Milito, non era il caso di giocare il 4-3-3 soprattutto avendo un centrocampo stanco e senza ricambi. Se giochi contro una squadra semisconosciuta, all’esordio casalingo….forse devi essere un attimo piu' guardingo. Contieni il prevedibile ardore iniziale e poi affondi. Lucio ha sbagliato l’azione del gol, poi e' stato forse il migliore in campo. L’irruenza dei Russi ( che sono meno peggio di quello che si dice) fa sembrare piu' gravi falli che, in termini oggettivi, lo sono poco. C’e' stato un numero di cartellini gialli sproporzionato all’agonismo della partita. Come se l’arbitro per evitare problemi avesse deciso di essere severo subito. Come ha detto qualcuno su questo sito, ad arbitro invertito , la Juve avrebbe finito la partita in 8 visto la reiterazione di certi falli. Non sto dando assolutamente la colpa all’arbitro che ha fatto molto bene e che ha espulso Balotelli dopo due gialli ineccepibili. E’ stato subito evidente il metro di giudizio e l’Inter non ha saputo adeguarsi. Ai russi l’Inter ha concesso l’acchito ed e' stata una partita di rincorsa senza aver la freschezza atletica necessaria.
Mou dovrebbe tornare al silenzio stampa evitando di accentrare su di se le dinamiche della squadra. E’ come se gli stessi giocatori si sentissero meno protagonisti, tanto meriti e demeriti sono solo di Mou. Mi permetto, infine, una considerazione tattica. Balotelli non deve giocare cosi' basso. Non perche' lui non sia capace di fare la fascia, ma se parte prima della linea di centrocampo gli avversari lo riempiono di falli. Il rischio per chi difende e' una punizione dalla distanza , nei casi piu' gravi una ammonizione da poter distribuire su piu' difensori. Mario dopo l’ennesimo fallo reagisce…. I due falli col Rubin sono stati inutili e a centrocampo e uno dei due e' avvenuto dopo aver subito un intervento al limite del fallo, due contro uno. Balotelli giocando piu' avanti costringe il difensore a stare piu' attento, perche' una punizione dal limite e' piu' pericolosa. E Mario e' difficile da fermare senza compiere fallo. Va bene laterale nel 4-3-3 se c’e' Milito che lo fa salire. Ieri Eto’o era disperso tra i tanti difensori.
Un passo indietro, forse due, rispetto anche alla sconfitta con la Samp.
C’e' tempo per recuperare…non tantissimo. E, ad essere obiettivi, non e' detto che ci riesca
Rubin Kazan vs Inter, un pareggio sofferto, un punto positivo!
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Come per le
grandi civilta', ti aspetti solo traguardi importanti, il superamento dei vecchi
confini, l'evoluzione ed il miglioramento, certo non ti aspetti di vedere crepe
sullo scudo, dopo una battaglia, che sulla carta doveva essere poco piu' di una
scaramuccia.
Ci sono attenuanti che non avremmo mai preso in considerazione, se non adesso,
dopo una partita il cui risultato (1-1) apparentemente deludente, esprime in
realta' tutte le difficolta' che l'Inter ha affrontato per portare a casa la
"pelle" ed evitare una figuraccia.
Possiamo dire che l'avversario, il Rubin, e' la squadra campione di Russia ed
attuale capolista nel campionato in corso, possiamo aggiungere l'entusiasmo di
una citta' intera per il suo esordio casalingo nella massima competizione
europea. Se a questo sommiamo una prestazione poco brillante dell'Inter, priva
di elementi importanti a centrocampo, Sneijder e Motta, voluti proprio per fare
il salto di qualita' nell'espressione di un gioco nuovo, ma anche l'assenza di
Muntari e ancor di piu' di Milito, l'attaccante piu' in forma, ecco che le
attenuanti risultano necessarie per spiegare e metabolizzare una partita dal
risultato che nessuno aveva preso in considerazione.
Prendere un goal dopo 11 minuti, sicuramente non ha aiutato l'ottimismo, ma ha
almeno indotto l'Inter ad una maggior concentrazione e concretezza, portandola
poi al bel pareggio di Stankovic. La possibilita' di vedere un'Inter migliore
nel secondo tempo e' sfumata nel giro di pochi minuti, quando l'uomo piu'
brillante, Balotelli, quello che avrebbe potuto fare la differenza, viene
espulso con una leggerezza disarmante, una leggerezza che e' stata un monito
forte e chiaro: "Portare a casa la pelle sara' difficile".
La leggenda secondo la quale l'Inter ha a disposizione un numero di giocatori
infinito viene quindi sbugiardata e spero esca dall'immaginario collettivo,
perche' se le alternative a Milito, Eto' e Balotelli, sono Quaresma, Mancini e
qualche giovane della primavera e' proprio una leggenda che non ha piu' ragion
d'essere. Comunque 'Inter stringe i denti, soffre, Eto'o non supportato rimane
in ombra, Mancini inutile ed inconcludente, lo stesso vale per il subentrato
Quaresma e per Vieira' unica alternativa a centrocampo, al quale per altro non
possiamo imputare alcuna colpa.
L'Inter doveva vincere perche' e' l'Inter, ma il nome non basta ed il pareggio sofferto contro il Rubin e' un passo falso al quale non vogliamo imputare come cause le attenuanti sopra citate, ma vogliamo che la serenita' nei propri mezzi, difronte ad un risultato che non pregiudica il proseguimento nella competizione e lascia aperte tutte le porte, conceda la riflessione sulla mancanza di brillantezza vista ieri con il Rubin e sabato con la Samp.
Nell'attesa di recuperare qualche pezzo mancante, per la prossima di Campionato, un'altra sfida difficile contro una squadra in ottima forma, come l'Udinese