DINAMO KIEV-INTER 1-2

Le premesse c'erano tutte: la partita della vita di solito l'Inter l'ha sempre affrontata alla grande,magari con molta sfortuna o arbitraggi scandalosi( vedi gli anni scorsi in Champions),ma sempre a testa alta. E l'inizio del match ha fatto subito capire chi erano i padroni del gioco...Purtroppo,la veemenza e il voler sbloccare immediatamente il risultato  non ha avuto  il riscontro aspettato e i ragazzi hanno ridimensionato la loro foga,sia perche'  gli ucraini hanno cominciato ad organizzarsi meglio in campo,cominciando a produrre un pressing asfissiante sui portatori di palla,chiudendo gli spazi,sia perche' il nostro gioco risultava esaurirsi in un imbottigliamento che escludeva quasi sempre le fasce...Poi,come un fulmine a ciel sereno,arrivava per Sheva il primo estratto della lotteria di Capodanno(piu' o meno sono le stesse possibilita' di fare un gol simile un'altra volta) e gli ucraini potevano gestire il gioco in maniera piu' tranquilla...Occorreva un gioco piu' arioso e largo,e nel secondo tempo Mourinho proponeva il tridente che tutto il mondo ci invidia.Cambiasso e Chivu lasciavano il posto a Motta e Balotelli,spostando Zanetti sulla fascia sinistra...Aumentando,cosi',la possibilita' di allargare la manovra,favorendo gli inserimenti dei mediani.Ma una squadra come la Dinamo,nel pieno della forma e nel clou del proprio campionato,ha continuato a subire senza scalfirsi...ma le occasioni continuavano a fioccare sempre piu' frequentemente..Contiamo almeno 6 chiare occasioni da gol prodotte da Eto'o ,Balotelli,Samuel,Snejider...Finquando Mourinho prova il3-4-3 rinunciando a Samuel e inserendo Muntari.E' il momento decisivo per dare una svolta al risultato che,puntualmente ,arriva.Tiro cross di Snejider  che il prinsipe raccoglie e depone in rete...Ma non e' finita..i ragazzi sanno di meritare la vittoria e insistono...e questa volta e' Snejider su tiro di Muntari e tapin di Milito,a ribadire in rete... E pensare che tutti i Soloni,i gobbi,i zozzoneri,stavano gia' ballando e cantando il de profundis per questa nostra grande,unica,pazza,immensa squadra...Anche stasera ci siamo sentiti fieri di essere interisti,...anche stasera abbiamo vissuto l'inferno e il Paradiso...anche stasera ci siamo sentiti i piu' grandi di tutti...Grazie ragazzi,grazie Mourinho,per le emozioni infinite che solo voi sapete regalare ai vostri tifosi e al calcio italiano..un calcio italiano che senza di voi ,non avrebbe nessuna speranza di eccellere...Ed ora ,Catalani,tremate...

Erody

POESIA

86 minuti di grida e lamenti
I primi 45 sono stati deludenti
Giu' in campo Balotelli
Tutti uniti e assai ribelli
Gioiamo per una nuova partita
e per 3 minuti di goduta vita
Gli ucraini ricchi di adrenalina
Han buttato via la mascherina
Suvvia, non date in escandescenze
Piuttosto, state attenti alle influenze!
E da ultimi nel girone
Ora siam primi, gridalo nel rione !
Ridi pure ciuco di un Ronaldinho
Che a fa gli gnocchi ci pensa Mourinho

Nunzia Miss Inter

 

 

 

All'inferno e ritorno.

Dinamo Kiev – Inter 1-2 Champions League, 4° turn

Sentite capitan Zanetti a fine partita: “…dedico questa vittoria ad un nostro tifoso espesiale…Veleno 61, che per tutta la gara e' rimasto sereno e sicuro della vittoria. Se mai un giorno vinceremo questa coppa, sara' al termine di una partita cosi', lo sento…”

A volte il calcio sa essere veramente pazzesco! Mi sentirei di abbinare quella di ieri sera alla famosa partita Inter-Sampdoria del primo anno di mister Mancini, quando, sotto di due a sei-sette minuti dalla fine, riuscimmo a vincere per 3-2.

Eppure, che ci crediate o no, ero tranquillo prima e durante lo svolgersi della gara.

Prima perche' forse per la prima volta, affrontavamo una gara decisiva di Champions con tutti gli uomini disponibili.

Durante, perche' finalmente vedevo l’Inter giocare senza cali di concentrazione, senza calcoli, senza paure.

Inoltre, aver saputo, prima del fischio d’inizio, che il Barça, l’Invincibile Armada, aveva pareggiato a reti bianche al cospetto del Rubin, mi ha fatto balenare la pazzesca ipotesi che, vincendo, saremmo stati primi nel girone, da ultimi che eravamo: troppe ne ho viste per non sapere che spesso accadono le cose piu' inverosimili quando la palla rotola. E cosi' ero tranquillo quando Sheva l’ha messa alle spalle di Julio Cesar, con una di quelle traiettorie che ti fanno cadere le braccia.

Una maledizione.

Ma le maledizioni, per scomparire hanno bisogno di arrivare al top, all’orlo del baratro.

Restare a tre punti dovendo andare ancora a Barcellona e col Rubin-rivelazione in casa, voleva dire una sola cosa: eliminazione ai gironi! Peggio del peggior Mancini, peggio dello scorso anno. E chissa' cos’altro: un’uscita di senno di Moratti, un rigurgito d’orgoglio di Mourinho…ed ecco che tutto quanto faticosamente costruito in un anno e mezzo di lavoro sarebbe svanito per sempre.

Doveva finire, prima o poi. Non potevamo perdere una partita giocata a quel modo: non certo impeccabile nel primo tempo e certamente non proprio ortodossa nella ripresa, ma ragazzi…la determinazione vista ieri e' stata qualcosa di veramente impressionante.

E quando Milito ha pareggiato ero certissimo che avremmo vinto. Ecco perche', anche scherzandoci su, questa volta mi dedico la vittoria.

Cosa dobbiamo fare ora? Prendere atto che la maledizione puo' essere finita e che anche noi, al pari di chiunque, possiamo andare avanti in questa manifestazione.

Siamo capaci di giocare cosi', capaci di battere in casa sua ed in condizioni ambientali pure difficili, una signora squadra come la Dinamo: una consapevolezza che abbiamo rischiato di perdere per sempre visto che stavamo per convincerci che questa fosse una realta' stregata per noi.

Cosa NON dobbiamo fare? Iniziare a farneticare di improbabili spedizioni asfaltatrici in quel di Barcellona o pensare che d’ora in avanti la musica cambiera' come per magia.

Gli artefici della metamorfosi siamo stati noi, in campo e in panchina: se sapremo ripetere tali prestazioni, potremo sperare di andare avanti (se la fortuna ci assistera' di contorno…).

Ogni partita e' storia a se'.

Intanto godiamoci quella di ieri sera, che storica lo e' stata davvero.

 Un doveroso grazie a tutti. Ai ragazzi, a Mourinho.

 

Veleno61.

Dinamo Kiev – Inter 1-2

Novembre 5, 2009

Considerazioni post sbornia:

- ci siamo messi nella condizione di meritarci l’eliminazione per un primo tempo deludente, ci siamo poi messi nella condizione di meritarci l’eliminazione perche' non si possono sbagliare tre goal davanti al portiere e alla fine siamo tutti concordi nel dire che ci meritiamo la vittoria dopo un secondo tempo ad alta intensita'. Incoerenze da Inter insomma. Ci voleva un qualcosa che cambiasse le carte in tavola e distruggesse la nostra malattia da Champions e questo potrebbe essere l’evento giusto. Magari ora cambia qualcosa visto che abbiamo capito di saper giocare a calcio anche in Europa

- Balotelli quando sforna queste prestazioni e' uno dei giocatori piu forti al mondo in rapporto anche alla sua tenera eta'. Ormai e' un ennesimo esempio di giocatore non in grado di fare prestazioni “normali”. O incide in negativo oppure in positivo ma quando gioca come ieri e' inarrestabile. Inoltre statisticamente e' uno di quei giocatori che non si caga addosso in una partita che conta, cosa non cosi' scontata. E’ un patrimonio da difendere

- Mourinho che corre in campo e' una di quelle immagini che ti regalano emozioni indescrivibili. Non sono ancora riuscito a trovare il video o qualche foto del momento ma in giornata son certo che il web ce le regalera'. A volte sembra un bambino ed e' bello che sia cosi'. In fin dei conti ha fatto quello che tutti noi interisti abbiamo fatto al goal di Snijder…

- Sia chiaro che non abbiamo ancora passato il turno e non possiamo ancora dichiararci guariti dalla sindrome Champions. Ma oggi e' il Barcellona che ha paura, e questo e' indicativo

 

 

 

Ci voleva, si', ci voleva anche questa: la serata liberatoria in Champions. Avevamo bisogno di un roba cosi', un'impresa formato esportazione, una partita vinta con i piedi, la testa, il cuore e le palle, quattro organi - anzi sei - che a volte facciamo fatica a coordinare o ad azionare tutti insieme. Non si vinceva da un anno in Europa e le statistiche si erano fatte troppo pesanti per poter giocare serenamente dopo la fottuta musichina. E quindi ci voleva una serata di rottura. Rottura pesante. O una dimostrazione di mera forza tipo con Milan, Genoa o Palermo. Oppure una partita del genere, di pura sofferenza (compresa la nostra, dal calduccio dei nostri divani) ma di grande determinazione. Un secondo tempo pazzesco, con il cronometro che procedeva insensibile alle occasioni che producevamo e sprecavamo a ritmo infernale, eppure lasciandoci (per me e' stato cosi') la certezza che prima o poi sarebbe successo, che il gol maturava, che non era giusto lasciare tre punti in Ucraina in quel modo. Che non si poteva essere cosi' sfigati.

Quando, dopo il gol di Milito, abbiamo lasciato alla Dinamo giusto il tempo di rimettere in gioco a centrocampo e li abbiamo aggrediti in tempo reale, come se ancora stessimo cercando il gol del pareggio, beh, li' mi sono sentito invadere da una specie di fluido magico, tipo Braccio di Ferro quando mangia gli spinaci o tipo Rocco Siffredi quando vede una bernarda. Non so perche' - mancava pochissimo, faceva freddo, eravamo stanchi, dopo tutto quel forcing, le cavallette! le cavallette! - ma era chiaro che avremmo vinto. E infatti abbiamo segnato un altro gol che sembrava una meta in percussione, un gol voluto ferocemente, un gol cercato e costruito come unico epilogo possibile per questo secondo tempo giocato con gli occhi di tigre e i coglioni di acciaio molato. Che poi sei li' che salti come un bambino, abbracci armadi e televisori e nel mentre pensi a quei cazzo di primi tempi molli molli che li ammazzeresti a mani nude, e poi toh, vanno a giocarsi la Champions sottozero e ti inventano 'ste partite.

Potevamo perdere. E sarebbe stata un'ingiustizia folle. Prima di segnare i due gol ne abbiamo sbagliati cinque. Questa squadra, quando vuole, crea una tale massa di occasioni da gol (occasioni vere, reali, con i controcazzi, non tiri da trenta metri alla sperindio) che sembra impossibile guardarla giocare magari per venti, trenta minuti e non vederla inventare niente. Eppure quella palla che non voleva entrare, quei palloni spediti a mezzo centimetro dal palo (e una volta anche contro), mi facevano solo dire: matura, matura. Con una mano sui coglioni, certo, ma avevo la certezza della maturazione, nonostante l'orologio mi desse del povero pirla.

Un deferente pensiero all'olandesino, cazzo, un giocatorone, volesse il cielo che abbiamo azzeccato l'acquisto decisivo, la tessera mancante del puzzle, la figurina di Pizzaballa. Ma anche a Supermario, il miglior cambiatore di partite che esiste in Italia, e forse anche altrove. Al Principe, che la mette sempre. Al Mou e al suo cinque-cinque-cinque. E a tutti gli altri, uno per uno,  perche' a volte ti senti molto contento di essere interista e ieri sera era una di quelle volte.

Dinamo Kiev vs Inter 1 – 2 La dura legge del goal!

L'Obiettivo era vincere, fare un goal piu' dell'avversario e ci siamo riusciti.


Questa sera dovevamo scacciare le streghe, toglierci di dosso il peso di una vittoria che non voleva arrivare, che non riuscivamo a strappare, neppure con le unghie e con i denti.
Dovevamo cancellare dagli occhi quell'approccio timoroso alle partite, la paura di affrontare i nostri demoni, i nostri limiti.


Lo sentivamo tutti, Dinamo Kiev vs Inter doveva essere la partita in cui uccidere i nostri incubi, il nostro Freddy Krueger e i nostri ragazzi non ci hanno deluso.
L'Approccio alla partita e' stato buono, grintosi e determinati su ogni pallone, subito pericoli con Sneijder, recuperato in extremis, il suo tiro sfiora la traversa al secondo minuto di gioco.

Dieci buoni minuti e poi l'Inter torna a sbiadire nei ricordi dei precedenti match di Champions, troppe sbavature nell'impostazione del gioco e almeno cinque minuti di apnea celebrale dopo il goal di Sheva, naturalmente deviato in modo imparabile dal tocco di un Cambiasso incolpevole.
Sotto di un goal in una partita da vincere, la salita si fa ripida in un lasso di tempo brevissimo ed il morale non ne trae di certo vantaggio, ma e' solo il minuto 21 e non si depongono le armi finche' l'incontro non sara' terminato, ma soprattutto fino a quando non si fara' un goal piu' del'avversario.


Fatichiamo a sviluppare gioco sulle fasce e la Dinamo si chiude compatta in difesa. Milito, uno degli autentici protagonisti della partita, scambiando con Eto'o, riesce ad infilarsi tra le fitte maglie degli ucraini, ma il suo tiro risulta innocuo per il portiere.
Nella ripresa Mourinho deve trovare il modo di aggredire la Dinamo, e decide di allargare il gioco inserendo Balotelli, altro recupero in extremis, e Motta al posto di Chivu e Cambiasso, arretrando Zanetti a terzino sinistro della linea difensiva.
Con la forza ed il coraggio, lo spirito che incarna il Guerriero si rialza, ammaccato, ma non distrutto.
I nostri ragazzi sono tutt'altro che demoralizzati, ed il primo a suonare la carica e' Lucio, autore di una partita “spettacolo”; il suo lavoro e' stato prezioso e preciso, ha coperto in difesa e sostenuto le azioni offensive, contribuendo notevolmente al successo.
L'Inter prende subito il pallino del gioco, gli Ucraini ci provano, ma la condizione di vantaggio li frena per timore di scoprirsi e mantiene il loro baricentro basso, puntando tutto su possibili contropiedi.
I nostri ragazzi premono l'acceleratore, a volte un po' imprecisi o frettolosi, ma in partita al cento per cento, le provano davvero tutte.


Dal 19esimo minuto e' un assedio Nerazzurro; Eto'o manca almeno tre occasioni, solo davanti al portiere, Samuel, sulla punizione battuta da Sneijder, trova il palo. Pochi minuti e Mario supera Bogush con un tocco di esterno destro, ma la palla sfiora ancora una volta, il palo.
Sneijder, autore di un'ottima partita, al rietro dopo l'infortunio, rifornisce le punte di munizioni da giocare, ma la porta e' stregata, segnare sembra impossibile, almeno una decina di occasioni, piu' o meno pericolose, l'Inter spreme la Dinamo nella sua trequarti, ma il risultato non cambia, sotto di un goal fino al minuto 41'.

I nostri ragazzi non mollano, non ci stanno a perdere una partita dalla quale meriterebbero un risultato migliore, Sneijder “sguscia” via ad un avversario, si accentra e crossa in mezzo per Milito, sinistro del principe, portiere spiazzato e palla che entra in rete, e' uno a uno!
Mancano pochi minuti, il pareggio lascerebbe la situazione della classifica immutata, con una partita in meno da giocare.
Appena risaliti da una situazione ben peggiore non si poteva certo pensare di accontentarsi, non era una partita qualunque.


Quattro minuti piu' recupero, l'Inter sbilanciata in avanti con Balotelli, Eto'o, Milito sostenuti da Sneijder e Stankovic. Motta e Muntari subentrato a Samuel, in mezzo al campo e difesa a tre con Zanetti, Lucio e Maicon, si deve provare a vincere!.
Passano solo 3 minuti, BALOTELLI serve di tacco una palla a Muntari che sopraggiunge da sinistra, il ghanese libera il sinistro, una botta violenta che il portiere respinge in modo fortunoso.

La palla rotola verso la linea di fondo, sfiorando il palo. Milito rincorre la sfera, che sembra stia per uscire, con una magia riesce a tenerla in campo ma il suo tiro da posizione angolatissima, viene ancora respinto goffamente da Bogush. Sneijder sopraggiunge, puntuale come l'uomo della provvidenza, (ricordate il goal all'Udinese al minuto 93'?) anticipa di un soffio portiere e difensore ed insacca il goal che scaccia all'inferno i demoni che ci tenevano in scacco.


Una esplosione di gioia immensa, brividi che percorrono il corpo scosso dall'emozione, i nostri ragazzi riescono a vincere la partita determinante e allargano i confini dei propri limiti.


Angelo Moratti che oggi avrebbe compiuto 100 anni, sorride di gioia, guarda la sua Inter, l'Inter di suo figlio Massimo, l'Inter di tutti i pazzi che la amano, ritrovare la vittoria in Champions League e contestualmente il primo posto nel girone.

 

 

 

 

LA CANZONE DI MOURINHO 2009-2010

 

 

 

LA CANZONE DI MILITO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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