... Ed ecco le due facce dell'Inter. Quella che ha
bisogno solo di 2 minuti per risolvere il
dilemma del gol creando azioni da manuale del calcio
con l'inserimento dei centrocampisti che tagliano le
difese come il burro finalizzando
inesorabilmente. E la faccia della squadra
che poi si siede su se stessa crogiolandosi della
sua bellezza.ed e' una cosa che in Serie A non e'
concesso a nessuno. Come inventare un pomeriggio che
al momento del 2 a 0 per la
squadra capolista contro il fanalino si prospetta
probabilmente noioso?Opla',il gioco e' fatto e in
men che non si dica ci ritroviamo ad assistere alla
ennesima performance della nostra cara pazza Inter
che riazzera il pallottoliere.A questo punto Mou
cambia modulo,fedele alla sua filosofia che 1 punto
o 0 punti sono la stessa cosa ...e la squadra ci
regala un altro pomeriggio emozionante,insomma da
tifoso Interista DOC.
Grazie Inter ,dunque,per la gioia che ci hai dato
anche oggi ,figlia della sofferenza che
l'ha amplificata ,dando un senso ad un pomeriggio
destinato altrimenti,ad essere relegato nel
dimenticatoio.E grazie a Mourinho che ci ha
restituito due giocatori rinati ,appropriatisi di un
ruolo definito e concreto.Il primo e' Stankovic,oramai
dotatosi di un'intelligenza,una precisione e
puntualità tattica figlia dell'intuizione di Mou.Il
secondo e' Figo,che quando presidia la fascia destra
con Maicon rende la squadra stratosferica creando il
gioco irresistibile che Mourinho si aspetta. E
grazie ad Ibra che continua a realizzare gol
fantastici e favolosi assist .
Insomma,la partita di stasera , il derby dell'inciucio,a
questo punto,da' l'impressione di essere capace di
darci non l'anti-Inter,ma la squadra che non dovra'
fare i preliminari,...e basta...ORE 22.30 ormai il
circo Medrano e' una squadra che sa gareggiare solo
con il suo capo per dimostrare chi e' tra i
due il piu' ridicolo.Il presidente dice che
stanno tirando il fiato dopo gli ultimi trionfi(dopo
un anno gli sara' venuto l'enfisema polmonare...)
Galliani si appella ancora agli amarcord
dicendo al 92simo contro il Lecce era primo in
classifica...noi siamo primi in classifica da tre
anni e piu' che sbandierarlo ce ne stiamo quasi
scusando...
Mourinho:
"Vittoria di tutti e dei tifosi"
Domenica, 14 Dicembre 2008 19:23:57
Mourinho
hi-ligths
MILANO - 'Hanno
vinto la squadra e i tifosi. Negli ultimi venti
minuti, la squadra ha avuto coraggio, ha giocato un
calcio super finalizzato stupendamente da
Ibrahimovic con due gol da pallone d'oro e ha vinto
lo stadio'. Cosi' parla Mourinho al termine
della vittoria con il Chievo, una partita con
l'Inter a tre volti, come spiega lo stesso tecnico
portoghese: 'Nel primo tempo penso abbiamo fatto gol
subito e questo ci ha dato tranquillita', pero'
abbiamo giocato con un ritmo da allenamento,
nell'intervallo non ero contento, volevo piu'
pressione, una difesa piu' alta. Nel secondo tempo
siamo partiti bene ma, quando abbiamo raddoppiato,
credo che tutti nello stadio abbiano pensato che la
gara fosse finita. I giocatori sono esseri umani,
possono esserci situazioni nelle quali si rilassano,
infatti, ci siamo un po' addormentati. Il loro primo
gol e' l'esempio di tutto questo. Poi, sul 2-2,
potevamo andare avanti cercando di vincere con
fortuna o potevamo cambiare, rischiando. Abbiamo
cambiato. A quel punto pensavo che la gara sarebbe
finita 3-2, ma non sapevo che sarebbe stata una
vittoria per noi o per il Chievo. La squadra e'
uscita da questo momento con coraggio, senza paura,
con molta fiducia ha cambiato subito l'intensita'
del gioco, la concentrazione e' tornata massima.
Eravamo sotto pressione e, grazie anche
all'atmosfera che si e' creata dentro lo stadio,
grazie all'apporto dei nostri tifosi, abbiamo messo
sotto pressione il Chievo. Penso che Figo sia stato
fantastico, non dimentichiamo che e' un Pallone
d'Oro, che ha personalita', che non teme niente e
nessuno: ha fatto la differenza giocando alla destra
in coppia con Maicon e con gli inserimenti di
Stankovic. Il gioco ha prodotto i due gol di Zlatan'.
Mourinho parla da leader. Gli osservatori vorrebbero
limitare la vittoria nerazzurra alle magie di 'Ibra',
ma il tecnico allarga il campo dei meriti: 'Tutta la
squadra ha vinto. L'allenatore deve avere coraggio,
puo' leggere la partita con o senza coraggio, ha
delle responsabilita', ma io rimango nascosto nella
panchina, che per altro oggi era anche bella calda,
e sono i giocatori che stanno in campo con la
pressione dei tifosi. Fortunatamente oggi i tifosi
sono stati il dodicesimo uomo in campo, cosi'
abbiamo giocato gli ultimi 20 minuti con grande
intensita' e non ha avuto paura della situazione.
Penso che quando tutti giocano ad altissimo livello
come hanno fatto sia piu' semplice fare molto bene,
anche per i singoli. E' stato cosi' anche per Ibra.
C'e' sempre un legame tra quello che e' la
prestazione singola ed il rendimento collettivo: nel
primo tempo mi sembra che anche Zlatan abbia giocato
con il ritmo e concentrazione da allenamento, come
tutti gli altri. Nel secondo tempo, all'inizio e
alla fine soprattutto, la squadra ha giocato in
maniera super e lui ha segnato due goal fantastici.
Sulla sua seconda rete, per fortuna la palla e'
andata in gol: se colpiva il portiere del Chievo,
forse gli portava via la testa tanta era la potenza
di tiro... '.
Un gol e due-tre assist. Grande partita per Dejan
Stankovic: 'Sono stato sempre molto onesto con lui,
sia dal primo giorno. Gli ho detto che il suo
rapporto personale con Roberto Mancini era la
conseguenza logica dei tanti anni trascorsi insieme,
ma lui poteva giocare bene anche per un altro
allenatore, cioe' per me. Dejan e' un professionista
e lavora molto molto bene. In questo momento gioca
con grande fiducia e la squadra ha bisogno di lui.
Purtroppo saltera' la partita di Siena per un
cartellino che gli fara' scattare la squalifica, un
giallo dal mio punto di vista immeritato, ma questo
non e' un problema, abbiamo tante soluzioni
diverse'.
Infine, a Mourinho tante domande sul presente e sul
futuro di Adriano. Il tecnico e' chiaro e lineare
come sempre: 'Adriano andra' prima in Brasile
perche' e' infortunato, non puo' giocare a Siena,
quindi tutti noi riteniamo che sia meglio curare un
infortunio muscolare ai 30 gradi del Brasile
piuttosto che a zero gradi qui a Milano. Inoltre,
con tutto quello che e' stato detto su di lui in
settimana, certamente gli fara' bene essere la'
anche dal punto di vista mentale. Ripeto, non c'e'
altro perche', a differenza che uno o due mesi fa,
questa settimana non e' successo nulla di
particolare, Adriano si e' infortunato, ma
evidentemente, negli anni, anche per colpa sua, gli
sono stati messi tanti francobolli. E' difficile
pulire la sua immagine, me ne rendo conto. Da
allenatore dell'Inter dico che voglio Adriano con me
dal 2 di gennaio, questi 39 punti in classifica sono
anche merito suo, penso per esempio alla gara con la
Juventus, nella quale lui e' stato molto importante
per la squadra. Pero', se fossi Adriano, proprio per
l'immagine che si e' creata attorno a lui dopo
questi anni, rifletterei se non e' forse meglio, per
lui, cambiare. Ma, ribadisco, da allenatore dico che
voglio Adriano, anche perche' e' un giocatore
importante, e' giovane, non puo' costare due euro...
'.
Ufficio
Stampa
Scenetta da film
western: in un angoletto del saloon si sta giocando a poker. Al pivello
e' gia' riuscito un "colpo" fortunato. Il Professionista ha morso
nervosamente il sigaro, ma ha abbozzato, come se nulla fosse. Al secondo piatto
del pivello pero', il nostro tira fuori la colt e la poggia sul
tavolo: ancora due mani e la partita finisce.
Il Professionista
sbanca tutti e si porta a casa l'intero malloppo.
Ecco qui, in chiave
"Sergio Leone", Inter-Chievo.
La gara si apre benone:
al 3' siamo gia' in vantaggio con una splendida giocata di Maxwell che insacca
(di destro!) dopo uno slalom dei suoi. La cosa fa si' che il Chievo si liberi
subito dal timore di prenderle e che quindi si metta a giocare in scioltezza.
Il nostro rombo di centrocampo, piu' portato alla demolizione che alla
costruzione, non riesce pero' ad innescare uno Zlatan un po' imballato ed il
primo tempo trascorre cosi'.
Alla ripresa, subito
il 2-0 bellissimo di Stankovich, con relativi cori inneggianti alla Capolista
(che se ne va'...), immediatamente (ovvio) smorzati in gola dal gol del Chievo,
nato da una palla idiotamente persa nella loro tre-quarti. Si torna sui binari
del primo tempo, fino al 2-2, rocambolesco, a una ventina di minuti abbondanti
dalla fine.
E' qui che Mourinho
tira fuori la pistola e mette in chiaro le cose: dietro si passa a tre, Zanetti
e Cambiasso chiudono la porta alle loro spalle, e lasciano a Ibra, Stankovich,
Figo, Crespo e Balotelli il compito di portare a casa la pellaccia.
Certo, si battera' sul
solito tasto che abbiamo vinto solo grazie a Ibrahimovic, ma non e'
cosi': tutta la squadra ha spinto per vincere, anche sul 3-2.
Piuttosto, la realta'
e' questa: la squadra gioca bene, ma anche stavolta, la cosa e' appena
sufficiente a pareggiare in casa contro l'ultima in classifica (...potenza del
Campionato piu' difficile del Mondo!).
La vittoria arriva,
-pur continuando a giocare bene-, con l'uso dell'artiglieria pesante.
Era gia' successo in precedenza e succedera' ancora: Almeno fino a quando non
avremo difronte un'avversaria con due palle cosi', che ci infilera' in
contropiede.
Fino a quel giorno,
pero': godiamocela! Godiamoci la nostra squadra, la nostra panchina, il nostro
allenatore, la nostra vittoria.
Godiamoci un Cambiasso
monumentale, un Muntari molto (ma molto) utile, un ritrovato
Stankovich (addirittura in odore di doppietta), ed uno Zlatan fisicamente
devastante anche nei finali di partita.
Tutto il resto,
lasciamolo agli altri...
Veleno61
di Roberto Omini
Fabio Capello gli ha aperto le porte del calcio
italiano: dal 2004 al 2006, biennio juventino coi segni diversi
di un'ottima prima stagione, seguita da un campionato-no.
Roberto Mancini gli ha permesso di spalancare
le ali nei due anni successivi, e Ibrahimovic
e' stato come il "padrone" dei due scudetti interisti, ma senza
un marchio che lo proiettasse verso l'eccellenza assoluta, da
leader consacrato. Jose' Mourinho, in quattro
mesi, ha dato questa dimensione allo svedese: consegnando a lui,
sempre a lui e con insistito accanimento, le chiavi del gioco,
del gol, del successo della squadra. Ibra piu' altri dieci,
perche' Ibra non si discute (mai).Ed ecco che allo scoccare
della sedicesima giornata di campionato, con l'Inter a 39 punti,
Zlatan il fenomeno ha posto il suo ennesimo
marchio: al 4-2 sul Chievo, alla settima
vittoria consecutiva dei nerazzurri, al suo decimo gol in
campionato che e' un primato personale, l'emblema di questa sua
crescita costante, di questa sua maturazione oramai acclarata.
Dieci gol (di campionato) alle soglie del Natale
dopo averne segnati -nello stesso periodo- così: 7 nel
primo anno juventino (16 a fine campionato), soltanto 3 nella
stagione successiva (7 alla fine), 6 nell'anno dello scudetto
dei record con l'Inter (infine 15), 9 un anno fa (17 a chiusura
dei conti).C'è un gol in piu', ma la differenza tra l'Ibra
vecchio, recente e nuovo la si vede in ogni dove. Nel suo modo
di giocare, nella centralita' del suo ruolo, nella cura con la
quale i suoi compagni lo cercano, lo invocano, lo seguono. E nel
suo straordinario modo di essere, di segnare gol impossibili, di
sbagliarne inseguendo qualche eccesso, nel sapersi calare nel
ruolo di uomo-squadra quando la squadra -come ieri col Chievo,
ma tante altre volte- ne avverte il bisogno per sistemare i
conti.
Forte cosi', Ibra non e' mai stato. Forte cosi', e' un merito
che a Mourinho va ascritto, per il carico di responsabilita'
che gli ha dato e per il rischio che si e' accollato, il
tecnico, votandosi a un campione, adeguando a lui l'Inter,
sapendo gestire umori e qualita' del fenomeno svedese, alla cui
crescita prima ha lavorato -e bene- Mancini. Il
tecnico portoghese sta completando quell'opera di cresscita, ora
vediamo Ibra respingere di testa il pallone dinanzi a
Julio Cesar sui calci d'angolo, lo vediamo fare
pressing sulla trequarti, a sinistra (destra) alla ricerca di
spazi, centralmente a creare varchi, sfoggiare l'arte
dell'assist e infine segnare gol: a volte beli, a volte
impossibili.
Qualche settimana fa avevo scritto che non invidiavo chi aveva fatto
l'abbonamento quest'anno, perche' di spettacolo, a San Siro, la nostra Inter ne
aveva dato ben poco. Poi oggi (sara' l'aria del Natale, o cazzo ne so) i ragazzi
hanno messo in scena nella Scala del calcio uno dei piu' belli spettacoli finora
visti in Serie A. Uno show in 4 atti, uno piu' emozionante dell'altro. Non
mancava nulla: gioia, paura, la tragedia sfiorata, la rinascita, la rabbia,
ancora la gioia. Ecco un breve riassunto dell'opera: Atto Primo: Ibra affiancato da Obinna sembra l'ennesima
presa per il culo al popolo calcistico italiano di Mourinho. Eppure l'Inter se
ne frega ed entra in campo con voglia. Questo e' l'atto della freschezza, della
gioia, della magia. Perche' magica e' l'azione con cui Maxwell va a segno:
scambi rapidi tra il terzino, Obinna e Deki che lancia nello spazio di nuovo
Maxwell, il quale dribla un difensore e batte Sorrentino. Uno a zero, pubblico
in delirio per il calcio spettacolo, 11° giocatore dell'Inter a segno in questa
stagione. Le cose vanno bene, andiamo vicini al due a zero, controlliamo, il
Chievo non ci fa paura, siamo forti e si vede.
Atto Secondo: L'atto della tragedia sfiorata. L'inizio della ripresa
nero-azzurra e' sulla falsa riga del primo tempo: controlliamo, giochiamo alla
grande e manco a farlo apposta andiamo subito a segno, ancora con una azione
spettacolare. Palla al centro, Ibra di tacco la smorza e mette li una palla che
Deki calcia con una potenza inaudita in rete. Due a zero, tutto il pubblico e'
con noi. Ma come tutte le storie con protagonista l'Inter, niente e' cosi'
facile. Dieci minuti di black-out mentale ci fanno mollare la presa sulla preda
che sembrava oramai sfinita, invece con un guizzo di Pellissier (qualche colpa
Julio Cesar nostro ce l'ha pero') il Chievo si mostra ancora vivo, e come se non
bastasse riesce anche a trovare il pari con una fortunata serie di rimpalli
nella nostra area. La tragedia sta per verificarsi sotto gli occhi dello Stadio,
annichilito.
Atto Terzo: Il terzo atto e' quello introspettivo. Narra le vicende esterne al
campo, ovvero i pensieri del Comandante Musigno. Io una partita dell'Inter la
seguirei con una telecamera fissa sul volto del Mister, e non capirei un emerito
cazzo di cio' che avviene in campo. L'Inter gioca alla grande e lui e' li
impassibile, ogni tanto chiama il Capitano o Cambiasso e gli da qualche
indicazione, facendo delle facce che manco Arturo Brachetti riuscirebbe a
imitare. Poi il Chievo accorcia e mentre Baresi sorride come per dire "Ma si, un
golletto lasciamoglielo pure fare" Musigno inizia ad inalberarsi, sguercia come
un pescivendolo e si incazza perche' nessuno lo capisce. Infine arriva il due a
due e li te ne accorgi: Baresi sembra l'urlo di Munch versione moderna, Oriali
perde 3/4 del suo fascino e Musigno inizia ad insultare tutti in portoghese. La
partita lo sta provando fisicamente, si dimena, poi lentamente si tranquillizza
(3 a 2 per noi) infine ritorna a stare zitto, impassibile senza emettere
emozioni (4 a 2). Complimenti per il self-control Mister, ma un Comandante dev'essere
cosi'.
Atto Quarto: L'eroe risolve tutto, il suo nome e' Zlatan Ibrahimovic. La scena
si stacca da Musigno e torna sul campo, dove i nostri eroi stanno riprendendo le
loro facolt' mentali ed hanno ripreso ad attaccare affannosamente il Chievo,
grazie anche all'ingresso di Figo, Crespo e Balotelli (praticamente difendevano
solo Julio, Cordoba, Samuel e ogni tanto un raccattapalle a turno). Al minuto
79, il nostro eroe si libra in cielo, su cross di Maicon dopo una splendida
combinazione con Luigi Figo, ed e' 3 a 2 per noi. Esultano tutti, la gente
ritorna a gioire. Il Chievo stavolta dimostra i suoi limiti, le sue difficolta'
e alla fine crolla: Stankovic mette una palla invitante in mezzo all'area, Ibra
giunge e lascia partire un missile pauroso che si insacca sotto la traversa. 4 a
2, le danze si chiudono, la tragedia e' stata sventata ed ha lasciato spazio
alla favola a lieto fine.
Insomma quante emozioni ci ha regalato l'Inter. A livello puramente tecnico
vorrei sottolineare comunque la cosa piu' positiva: nonostante abbiamo vinto
grazie a due gol di Ibra, oggi non siamo stati dipendenti da lui, anzi e' stato
lui a dipendere dalla squadra. Senza Deki, Cambiasso, Zanna, Maxwell, Maicon,
Figo, oggi Ibra non avrebbe segnato. +9 su Milan e Juve, sperando stasera di
poter essere a +8. Intanto pero' possiamo sederci in poltrona stasera e sperare
di vedere uno spettacolo almeno pari a quello messo in atto dai nostri ragazzi
oggi pomeriggio alla Scala del Calcio
Per l’Inter parlare del Chievo vuol dire provare il disagio che
Superman proverebbe nel parlare della criptonite, visto la fatica che
costantemente si spende per avere la meglio dei clivensi ovvero una squadra che
ho il sospetto sia nata con la sola mission di renderci la vita difficile.
Quattro gran bei goal ci regalano la settima vittoria consecutiva in campionato
e ci consolidano in testa alla classifica dopo una gara a tratti gestita fino
al momento dell’addormentamento generale che l’ha portata per qualche minuto in
parita'. Paradossalmente se ieri siamo tornati tutti a casa soddisfatti, e'
anche grazie al momentaneo pareggio raggiunto dal Chievo, che ha obbligato il
comandante Ibra a prendere per mano la barca e a vincere, altrimenti saremmo
stati capaci di arrivare stancamente al 2 a 0 finale nella noia piu assoluta.
Capita anche questo alla gente speciale come noi.
Tutto quindi secondo
copione in campo, e tutto secondo copione sugli spalti, in particolar modo nel
nostro Primo Anello Arancio dove abbiamo prodotto una prestazione di elevato
livello vista la scioltezza con cui si e' passati nel dire come sa leggere le
partite il Mou non le legge nessuno e ma questo e' un pirla. Ma soprattutto
ieri per la prima volta ho maturato la convinzione che il fatto che molta gente
non vada piu allo stadio non per forza sia negativo: si e' certi di aver
eliminato una cospicua fetta di gufi. La crisi pero' non ha sfortunatamente
colpito un paio di persone che siedono dalle mie parti: ore 14.35 circa, nel
bel mezzo del riscaldamento, arrivano due Signori di mezza eta'. Sguardo veloce
verso la squadra in campo per capire la formazione e illuminante genialata di
uno dei due :ma l’e' scemu el Mou? El Mansini e la Quaresima…(Peccato
che entrambi non fossero nemmeno convocati). Arriviamo alle ore 15.04, le
squadre scendono in campo e il tifo e' acceso: da dietro si alza il Bergamasco
che storicamente siede in quel posto ed esclamasperem che el Balotelli
segna. (Peccato fosse Obinna.).
Insomma, ieri si doveva vincere e si e' vinto, e si doveva riuscire ancora
una volta ad unire un gruppo di persone con l’innata capacita' di non capire
una mazza di quello che gli succede intorno e si e' riuciti anche in quello.
Potere dell’Inter nel primo caso, potere del Primo Anello Arancio nel secondo.
Basta Essere Campioni Del Mondo
Lo dico in tutta onesta', senza troppi
giri di parole e senza soprattutto quel falso
moralismo tipico di altre tifoserie : ieri
sera ho goduto, e tanto. Mi sono completamente
calato nei panni di mister Mourinho,
immaginandomelo seduto su una poltrona di
pelle pregiatissima, stanco dopo aver
sofferto, come tutti noi, accanto ad un bel
fuoco acceso per scaldare l'imponente e
lussuosissimo salotto. La tv accesa, per
vedere cosa avrebbero combinato Juventus e
Milan, conscio del fatto di ritrovarsi tra le
mani una squadra che,almeno in Italia,non ha
rivali ne' eguali (se prliamo di calcio
moderno). Il suo ghigno, forse a rimpiangere
quei tre punti persi contro i rossoneri. Che
ora sono a nove punti, cioe' lontanissimi.
Nonostante Ronaldinho. Nonostante i
Quest’anno il primo degli obiettivi e' lo
scudetto. Nonostante l’ennesimo A Natale li
prendiamo, ormai divenuto un jingle
natalizio, come la pubblicita' della Coca-Cola
o i cinepanettoni di Boldi e De Sica. Un must,
a tutti gli effetti.
Non mi interessa che la Juventus sia
ancora a sei punti : c'e' tutto il tempo per
consumare la classica vendetta, lunga e
dolorosa, perche' certe cose noi non le
scorderemo mai. Ad oggi, pero', umiliare il
Milan, che Con l’arrivo di Beckham vincera'
tutto staccandolo di nove lunghezze nonostante
lo scontro diretto a favore, e' un qualcosa
che non ha prezzo. Ne dovra' tirare tante di
punizioni decenti Beckham, che manca dal
professionismo serio da piu' di un anno, per
recuperare tutto questo distacco. Niente
allarmismi, pero', a Milanello. Ne', tantomeno,
tra la stampa, idealmete ubicata sempre da
quelle parti. C’e' Thiago Silva da dare in
pasto ai tifosi, per tenerli buoni. Un
difensore ferocemente strappato all’Inter,
come se questa fosse la cosa piu' importante,
quando i nerazzurri si erano ritirati dalla
corsa non appena viste sul campo le conferme
di Samuel, leader di un reparto arretrato che
vanta riserve del calibro di Chivu,Materazzi e
Burdisso. Roba da leccarsi i baffi a Milanello
e dintorni.
Oggi, pero', c’e' stata la risposta
perentoria di Galliani. Indovinare cos’ha
detto non e' impresa titanica, ma il succo del
discorso e' chiaro e semplice :Siamo i
campioni del mondo. Un atteggiamento di una
mediocrita' assoluta, quasi bambinesca, come
se all’Inter, dopo la partita con il Werder,
un tesserato avesse esclamato :Mai stati in B,
oppure Siamo i campioni d’Italia. Roba da non
credere. E ancora piu' allucinante e' il
livello raggiunto da una stampa che ormai rema
in maniera coesa in un’unica direzione,il
servilismo assoluto.
D’accordo, e' il solito discorso che
facciamo da anni, ma ogni tanto un promemoria
non fa mai male. Durante la settimana scorsa
ho scelto la via del silenzio relativamente ad
alcune voci che sono circolate nell’ambiente
Inter. Onestamente non me ne sono pentito,
perche' ritengo di non essere in grado di
giudicare scelte che ruotano attorno ad un
dramma personale quale quello vissuto da Leite
Ribeiro. Cio' non significa che non mi sia
fatto la mia personale idea sulla vicenda
generale del giocatore brasiliano :
sicuramente verro' criticato, ma ritengo che
per Leite Ribeiro la cosa migliore sia andare
via dall’Italia e magari smetterla con il
calcio giocato a livello professionsitico.
In ogni caso, l’offensiva dei media
contro l’'nter della scorsa settimana e' un
qualcosa che va analizzato con una certa
attenzione : alla vigilia di Werder-Inter,
mega offerta per Cambiasso dal Manchester City
e caso-Balotelli. Il giorno successivo alla
partita piovono critiche, alcune legittime e
costruttive, altre molto meno. Poi la storia
di Leite Ribeiro e quel Maicon cosi' tanto
indisposto da scendere in campo domenica ed
entrare in tre delle quattro azioni da rete
nella pirotecnica partita contro il Chievo. La
polemica a distanza tra Mourinho e Mihajlovic,
creata e portata avanti da una stampa che
evidentemente non aveva tempo di chiedersi
come mai il Milan sia arrivato alla partita
del dentro/fuori nelle condizioni in
cui versava ieri sera, senza nessuna critica
(ci mancherebbe) per il fatto di aver
acquistato un difensore che non puo' giocare
ma che misteriosamente Risolvera' tutto,
unitamente ad un giocatore (Beckham) che opera
nello stesso ruolo di Ronaldinho, il quale ha
sconvolto a sua volta il sistema di gioco del
Milan.
Non si parla di Emerson, non si parla
di Pato, si accettano gli spot juventini
(Puntiamo allo scudetto) e quelli romanisti
(Puntiamo alla finale di Champions) senza il
minimo contradditorio. Cosi', tra un Altafini
che su Sky si permette di dire che il Chievo
gioca bene e l’Inter sbaglia tutto, passando
per le tv private che anziche' parlare di
quanto siano forti Ibrahimovic e Maicon non
hanno di meglio da fare che parlare di Leite
Ribeiro (con una squallidissima battuta di
Zuliani su 7Gold), continuo a pensare che
spazi come questi siano oasi in un oceano in
tempesta. Qui ci si confronta, si discute, ma
soprattutto si vuole bene all’Inter.
Ad una squadra che, nel bene e nel
male, se non altro non ha bisogno di un intero
sistema mediatico, controllato dal presidente
della societa' stessa, per tirare avanti con
la filosofia “Siamo una famiglia” : me lo
immagino ieri lo spogliatoio del Milan alla
fine della partita. Pacche sulle spalle,
complimenti reciproci, sorrisi e un profondo
senso di famiglia. Poi tutti a dormire. I piu'
trasgressivi a bere, acqua naturale
ovviamente. Al massimo un bicchiere di acqua
frizzante. Poi anche loro a dormire. Una
domanda : noi, a precisa richiesta di Galliani,
sappiamo cosa accadde esattamente un anno
fa…Ma lui è consapevole di cosa accadrà
domenica?
RICCARDO ROBOTTI
CANTA NAPOLI NERAZZURRA
PER MOURINHO
~Inter Club Sarno via Nunziante 33,Sarno(SA).P.IVA94038420652~