I Motivi Del (Mezzo) Fallimento Europeo
SOCIETAI
n estate allontana, con maniere molto discutibili, un allenatore che ha vinto gli ultimi due scudetti e svariate coppe nazionali, il piu' prolifico dopo il mago Herrera, e si affida ad un tecnico che in carriera si e' affermato sia a livello nazionale (ha riportato scudetti laddove mancavano da mezzo secolo) che a livello nternazionale (una coppa Uefa, una Champions e alcune semifinali perse giocando ad alto livello, piu' il progetto che ha consentito a Grant di portare il Chelsea in finale). Decisione condivisibile nella sostanza e non nella forma, ma in ogni caso sintomo che la societa' vuole ottenere un quid in piu' : Moratti, erroneamente, parlera' di Champions come primo obiettivo, noi possiamo aggiustare il tiro dicendo che basterebbe una maggiore competiivita' a livello internazionale, essendo che a differenza dei campionati la vittoria in Champions non e' programmabile. Giusto affidarsi a Mourinho, sbagliato affidargli la stessa rosa di Roberto Mancini pensando, e sperando, che lui tiri fuori il coniglio dal cilindro : puo' essere che accadra', nulla e' compromesso in questo senso, ma a vedere l'Inter attuale pensando al prossimo avversario (una tra Barcellona, Liverpool, Arsenal, Lione, Bayern e Manchester United con ogni probabilita') il bicchiere sembra piu' mezzo vuoto che mezzo pieno . Viene da chiedersi che competitivita' possa avere una squadra che pareggia in casa e perde in trasferta contro la decima del campioato tedesco, che vince di misura in casa e poi pareggia con tre reti di passivo contro una squadra di ciprioti, e perde in casa contro il Panathinaikos. Se l'Inter fa venire in mente questi pensieri, la responsabilita' e' soprattutto della societa' : investire moltissimi milioni per il cambio di allenatore e lasciare la squadra praticamente inalterata era davvero l'unica soluzione prospettabile?
MOURINHO
Anche Mourinho ha ovviamente la sua percentuale di responsabilita' : anzitutto, se ci ritroviamo a febbraio contro una big anziche' una piu' abbordabile Villareal qualsiasi e' anche perche' ieri ha scelto un modulo diverso rispetto a quello che ultimamente dava maggiori certezze tecniche. Ieri si sono rivisti i paurosi adattamenti di inizio stagione, Burdisso terzino sinistro e Mancini trequartista, e la mancanza di continuita' e' cosa molto difficile da rimediare in partite secche come quelle europee. In estate parte con un'idea apparentemente giusta , cioe' quella di far acquistare interpreti diversi mantenendo intatto il modulo manciniano, ed esce allo scoperto per Lampard, l'ideale elemento innovativo al posto di Stankovic, e non disdegna piu' di tanto Deco, in rotta con il Barça e gia' allenato ai fasti tempi del Porto. Risultato, Stankovic rimane, Lampard ottiene un lauto aumento e un bel rinnovo contrattuale, e Deco si trasferisce a Londra. Ma questo, come gia' detto, e' principalmente colpa della societa'. Allora si vira su un modulo a due ali di grande dispendio fisico, chiamate costantemente a ritornare indietro : in rosa c’e' solo Figo, non poprio l'interprete ideale del modulo, partono Solari e Cesar, e arrivano Mancini e Quaresma, quest'ultimo fortemente caldeggiato dal nuovo tecnico, forse anche per una non casuale comunanza di procuratore. Il modulo non da' soddisfazioni eppure insiste, finche' non cede e si torna a Stankovic trequartista, Cambiasso e Zanetti incontristi, Muntari al posto di Vieira e due punte, cioe' allo stesso modulo e praticamente agli stessi giocatori della precedente gestione tecnica. Anche in questo caso, pero', la scelta non e' criticabile ed e' dovuta ad una responsabilita' prettamente societaria : se l'idea di base e' quella di avere due ali e una punta, una rosa con due ali e mezza (Figo) e sei punte centrali e' costruita in maniera sproporzionata e non funzionale al progetto. Le responsabilita' di Mourinho sono soprattutto incentrate sull'aspetto motivazionale. D'accordo, manca il gioco ma sono passati pochi mesi, vengono bocciati alcuni giocatori ma questi erano gia' stati bocciati da Mancini, il vero rimprovero e' quello di non essere riuscito a cambiare la mentalita' dei giocatori perche' dopo quattro mesi, contro la decima del campionato tedesco, con una posta in palio che consiste nell'evitare con maggiore probabilita' scontri titanici gia' a febbraio, la condizione psico-fisica non puo' mancare. L'Inter di ieri non e' molto diversa da quella che concluse il suo cammino europeo ai primi di marzo, anzitutto sotto il profilo mentale e questo puo' voler dire solo due cose : o i giocatori soffrono di una particolare patologia, e allora in questo caso la responsabilita' societaria sarebbe doppia, oppure Mourinho non ha impattato in maniera adeguata, e allora si dovrebbero rivedere molte voci che circolano sul suo conto : sono fuori discussione i meriti acquisiti in campionato, ma a quelli eravamo gia' abituati piuttosto bene, dunque il banco di prova vero e' la Champions. Il che non significa, va ribadito, vincerla, piuttosto significa mostrare mentalita', quella che avrebbe dovuto portare Mourinho e che ancora sembra essere molto lontana dall'essere acquisita : un esempio? Magari non addormentarsi sull'1-0 a Cipro oppure in casa contro il Werder, oppure non farsi schiacciare gia' nei primi cinque minuti in una partita come quella di ieri che inizialmente ha tanto ricordato i primi minuti di Liverpool, con le dovute differenze.
GIOCATORI
Non c’e' dubbio che una grossa fetta di responsabilita' sia da attribuire ai giocatori, che sono coloro che scendono in campo e che piu' di chiunque altro sono chiamati individualmente e collettivamente a dimostrare di essere qualcosa di piu' di quello che da anni appaiono, cioe' non solo meravigliosi interpreti di competizioni a lungo termine e rimediabili, ma anche giocatori che sappiano ben figurare nelle partite da dentro o fuori. Il riferimento va a Maicon, Cordoba, Cambiasso, Zanetti ma soprattutto Ibrahimovic, che comunque ieri il suo l'ha fatto, di questo bisogna tenerne conto. A febbraio, comunque vadano i sorteggi, questi giocatori avranno la chance per dimostrare di valere tutto o niente (a livello internazioale, specifichiamolo) : il passaggio del turno potrebbe sbloccarli definitivamente, visto che finora i quarti sono stati raggiunti solo eliminando squadre di secondo livello come Ajax e Porto, mentre una eliminazione, soprattutto se netta, potrebbe comportare la necessita' di rifondare mezza squadra, magari questa volta ascoltando al 100% Mourinho, perche' Cambiasso & co. non potrebbero piu' essere credibili di fronte ai propri tifosi, molti dei quali gia' disincantati, ma soprattutto degli avversari : insomma, l'Inter deve tornare a far paura, e se i giocatori attuali non ci riescono alla fine dell'anno o si rifondera' mezza squadra, oppure si confermera' quella attuale ma con obiettivi ben diversi, cioe' di diventare il Lione italiano.
SOLUZIONI POSSIBILI
- Intervenire a gennaio sul mercato, soprattutto in uscita : certi giocatori, palesemente fuori dal progetto, non hanno alcuna utilita' a livello internazionale, e siccome in campionato giocano sempre gli stessi, tanto vale disfarsene da subito. Parliamo di Dacourt,Jimenez,Figo,Leite Ribeiro,Crespo e Balotelli, tutti giocatori tagliati fuori da Mourinho oppure che cercano in tutti i modi di autoescludersi attraverso discutibili comportamenti dentro e fuori dal campo. Difficile parlare di mercato in entrata, perche' i giocatori che farebbero alzare il livello qualitativo della rosa da un lato sono punti fermi degli assetti tecnici degli altri club, dall'altro, cosa non di poco conto, hanno gia' giocato in Champions e dunque non apporterebbero alcun miglioramento, visto che stiamo parlando di giocatori da acquistare in ottica europea (per lo scudetto vanno benissimo quelli che l'Inter si ritrova).
- trovare un assetto tattico definitivo : il punto forte dell’Inter manciniana era quello di sfruttare un modulo di default con giocatori e moduli intercambiabili nel corso della partita. Si scelga dunque un modulo e si vada avanti con quello : le quattro o cinque punte contemporaneamente presenti in campo devono diventare un'eccezione, non la regola. Da domenica prossima, se tutto va come deve andare, l'Inter potrà idealmente sdoppiare la propria stagione, gestendo gli otto punti di vantaggio in campionato (in caso di pareggio tra Juve e Milan), oppure i sei di distacco dalla seconda, e concentrando la propria preparazione invernale in ottica Champions, dato che al 90% l'avversario sarà tostissimo.
- agire sotto l'aspetto psicologico : non solo Mourinho, che e' stato assunto per questo, ma tutti i componenti societari, dal presidente (che forse piu' di tutti e' colui che deve lanciare segnali di solidita' e sicurezza) all'ultimo dei magazzinieri. Che si cominci a convincere i giocatori che sulla carta l'Inter potrebbe giocarsela con chiunque, e che la Roma e la Juve che hanno scalzato nei loro gironi temibili concorrenti quali Chelsea e Real sono quelle stesse squadre che sono state finora umiliate a livello di punti e soprattutto di scontri diretti.
CONCLUSIONI
Nulla e' compromesso, motivo per cui ho scelto un titolo forte con le opportune specficazioni. L'obiettivo era qualificarsi, e fin li' ci siamo arrivati, addirittura con una giornata di anticipo. Pero' dobbiamo rivolgere lo sguardo oltre il mero dato statistico : obiettivamente, avevamo uno dei gironi piu' semplici in assoluto, e la qualificazione al secondo posto ad un solo punto dall'eliminazione dalla Champions e' piu' di un mezzo passo falso, soprattutto alla luce del gioco e della mentalita' mostrati. In campionato tutto va a gonfie vele, almeno sotto il profilo dei risultati, e questa stuazione dovrebbe essere meglio sfruttata dall'ambiente Inter. C'e' tempo in abbondanza da oggi a febbraio per meditare sugli errori compiuti e sui possibili rimedi, e questa volta mi pare legittimo che i tifosi si aspettino un'inversione di rotta totale,concreta,decisa e finalmente vincente, almeno sotto il profilo del raggiungimento di una piena consapevolezza dei propri mezzi.
RICCARDO ROBOTTI