UDINESE-INTER 0-1

ciao ciao nonnina

un pari ancora

e poi per sempre ti scappero'

vecchia signora io sto a piu' nove

ed a + nove io resteroooooooooo'

 

L'Inter e' la squadra piu' forte del Campionato...questo lo sanno tutti...ma e' importante ribadire il concetto perche' i gufi stanno sempre in agguato.Diciamocelo (come direbbe il tifoso La Russa),ormai e' fatta...Partita presentatasi psicologicamente molto difficile,perche' ,avendo due risultati utili su tre per tenere  lontani i bianconeri,c'erano le premesse per una partita cosi' cosi'...Ed in effetti l'inizio e' stato caratterizzato da un' Udinese molto motivata,corta e asfissiante,che chiudeva tutti gli spazi...I primi venti minuti un'Inter sorniona ha subito la veemenza dell'undici di Marino,dopodiche' abbiamo preso le misure   .La squadra di Mourinho,il cui disegno era addormentare il gioco friulano,ha cominciato a creare  occasioni...Qualche errore di troppo ha impedito di cambiare le sorti della partita presto,ed abbiamo dovuto aspettare il 31' del 2o tempo per veder rotolare in rete una palla che Vieira aveva perso subendo un fallo da rigore ...Vittoria meritata,quinta di seguito fuori casa. Che bello essere interisti...

Erody

 

 

Mourinho: "Ci mancano ancora 5 vittorie"

Domenica, 05 Aprile 2009 21:56:37
 

UDINE - Jose' Mourinho, intervistato ai microfoni di Sky Sport, commenta cosi' la vittoria che ha permesso ai nerazzurri di portare il vantaggio in classifica sulla Juventus a piu' nove: "Se stasera ho vinto lo scudetto? No, ho ancora bisogno di 15 punti, nove punti con ancora otto partite da giocare sono tanti. Sicuramente questo vantaggio porta un po' di tranquillita' per noi e un po' di pressione per la Juve, un po' di gioia per noi e meno per loro che oggi pomeriggio hanno perso, con una grande partita, contro il Chievo, ma noi sappiamo che mancano ancora 15 punti. e' ovvio, stasera lo scudetto e' piu' vicino ma l'obbligo di oggi era uscire dallo stadio di Udine con i 7 punti di vantaggio e noi, con un po' di fortuna, con un autogol che sarebbe potuto essere comunque un rigore, l'abbiamo fatto. Abbiamo giocato con la tranquillita' di chi aveva 6 punti di vantaggio, non abbiamo mai perso la testa, nonostante nel primo tempo l'Udinese sia stata piu' brava di noi, poi nella ripresa abbiamo fatto meglio, sono contento dell'entrata in campo di Luis Figo e di Patrick Vieira, hanno portato esperienza". 

"Non credo sia stata solo fortuna: L'Inter e' una squadra che sa stare in campo anche nei momenti difficili perche' e' in questi che gli uomini possono fare la differenza, e loro hanno sempre saputo come affrontare tutto, hanno avuto la stabilita' emozionale per giocare, nonostante i nostri avversari avessero tanti giocatori di qualita' che ci hanno messo in difficolta'. Sappiamo giocare in modo intelligente, sappiamo gestire la partita. Non abbiamo vinto nulla, ma e' chiaro che si sente gia' un certo profumo..."

Al 35' Quagliarella ha reclamato un calcio di rigore per un presunto fallo subito da Julio Cesar, ma anche l'allenatore nerazzurro non ne era convinto e ha provveduto direttamente a farlo sapere all'attaccante bianconero: "Gli ho detto che a me la sua simulazione poteva essere sufficente per un'espulsuione, lui diveca che non si era buttato per terra, ma e' un bravo ragazzo, adesso e' nel nostro spogliatoio e mi piacerebbe che potesse starci con la nostra maglia. Mi piace molto (ndr.;: sorride) Cordoba e Chivu hanno fatto un gran lavoro su un giocatore come lui con grandi abilita' nell'attaccare la profondita'". 

"La partita di Mario Balotelli? Non mi e' piaciuta, gliel'ho gia' detto. Mi sembra abbia piu' facilita' a giocare in uno schieramento con tre punte, e' migliorato nel secondo tempo, ha offerto una gran palla a Stankovic, ma deve ancora far meglio. Mi piace tanto lavorare con i giovani perche' hanno sempre bisogno di un feedback con l'allenatore. Anche per Santon quella di oggi e' stata una partita piu' difficile delle altre, forse era piu' stanco avendo giocato anche con la nazionale Under-21, ma forse e' gia' piu' adatto a giocare sulla fascia sinistra forse perche' e' la zona nella quale ha giocato tante partite e sono due modi diversi di giocare a calcio. Forse sono stato anch'io a spaventarlo dicendo che oggi avrebbe giocato da terzino destro, ma a sinsitra, forse gli ho dato troppe informazioni e ho compromesso la sua liberta' di gioco". 

"In questo periodo abbiamo delle difficolta', ma allo stesso tempo ci sono altrettante soluzioni: Maxwell, ad esempio, stasera ha fatto una partita fantastica, con tranquillita', la palla sul suo piede e' sempre perfetta per il giocatore che e' in movimento, grande gara. Il suo futuro? Ha un contratto con l'Inter, ha 27 anni, e' un ragazzo fantastico, e' un esempio per tutti" 

"Se ho parlato con Adriano? No, non lo sento da quando e' andato in Brasile per gli impegni in nazionale. Credo che i tifosi non debbano arrabbiarsi ma preoccuparsi e capire che e' una situazione difficile, difficile soprattutto per Adriano uomo piu' che per Adriano giocatore".

Mercoledi' torna in campo la Champions League: "Se la guardero'? Si', come guardero' la Coppa Uefa, senza rabbia in corpo, ma solo come qualcuno cui piace il calcio di alto livello. Se tu mi invitassi a vedere una partita senza qualita' non so se accetterei".

"Che cosa ha da migliorare l'Inter? In questo momento della stagione non conta il gioco, ma la sicurezza di poter vincere. e' un periodo nel quale bisogna sopravvivere, agli infortuni, alle squalifiche, alla stanchezza e se i nostri tifosi saranno con noi per le prossime quattro gare interne, se saranno quattro vittorie, allora..."

Ufficio Stampa

Udinese vs INTER 0-1
Scritto da | Andrea - Lunedi 06 Aprile 2009


Imporsi, cambiare, plasmare, ideare, colpire. Non sto facendo collezione di verbi, ma elencavo cosa ha in realta' davvero comportato l’arrivo di Musigno in Italia. E’ lui l’homo novus, come direbbero gli antichi, del calcio italiano, che piaccia o non piaccia. Impone il suo punto di vista con arroganza, ma con un bagaglio intellettuale pari a pochi altri; ha abbattuto dei muri retorici che i soggetti attivi del Mondo Calcio avevano eretto per schermarsi da attacchi e media leccaculo; ha colpito in generale, tutto e tutti. Vedere quindi il nostro homo novus volare a piu' nove sulla Juventus (grazie San Pellisier da Verona, ho aggiunto il tuo santino al fianco di quello di Diamanti e di Dudek) nella giornata nova dello spettacolo calcistico. Il cosi' detto spezzatino ha riservato tanto spettacolo, ma siamo cosi' sicuri che imbastire la domenica pomeriggio di partite sia un buon modo per combattere la crisi di presenze negli stadi? O forse e' solo l’ennesimo passo verso una virtualizzazione del calcio, sempre piu' sport da poltrona che da curva nord? Diciamo da rivedere quantomeno come progetto, perche', come hanno detto gli atalantini, “Alle 13 si mangia la polenta, non si va allo stadio”. Ma torniamo ai verdetti di questa giornata:


Musigno dicevamo. Un’Inter sinceramente brutta quella di ieri che giocava contro un’Udinese carica, aggressiva, veloce e sempre costantemente pericolosa. Pero' un dato va rilevato visto che si fanno sempre paragoni tra Jose' ed il Mancio: con il secondo non abbiamo mai vinto contro l’Udinese, mentre con il primo, per quanto di culo, per quanto con sofferenza, abbiamo fatto 6 punti su 6 con i bianco-neri buoni (i cattivi, quelli allenati dal settantenne, hanno pareggiato malamente e la loro difesa pareva il sedere di Cicciolina tanto l’hanno imbucata). La giornata di ieri ha messo in chiaro comunque le “gerarchie” del Campionato se cosi' si puo' dire, cioe' l’Inter, seppur non giochi bene, e' talmente piu' forte delle avversarie che non c’e' storia ora come ora in Italia; la Juventus ha fatto e sta facendo grandissime cose per la squadra che ha li, la cui difesa si salva solo grazie a Chiellini e Buffon; il Milan vince ma rimane in un limbo senza arte ne parte, non e' ne' carne ne pesce, e' una squadra vecchia, senza futuro, che ogni tanto dal cilindro tira fuori la prestazione immensa, ma che la maggior parte delle volte fatica; la Roma, la squadra dei rosiconi, non e' settima a caso, e' che in realta' ha un gioco prevedibile e i nuovi acquisti son stati degli errori incredibili (Mourinho ha ammesso per ora l’errore di Quaresma, quando Spalletti ammettera' che Mene'z non e' un talento incompreso, ma proprio pippa?) e solo con i rigori (netti e giusti comunque) riesce a portare a casa 3 punti che lascia ancora sperare. Infine una lode la meritano anche Genoa e Cagliari, i due homini novi tra le squadre della Serie A.
Dopo aver velocemente pennellato questo quadro generale risulta chiaro per l’ennesima volta che l’Inter, a scanso di ribaltoni e scossoni di classifica, andra' a vincere per il quarto anno consecutivo lo Scudetto, quello numero 17, ma risulta anche chiaro che in Europa Figo, Vieira, Crespo, Jimenez sono impresentabili se si vuole vincere qualcosa e soprattutto in Europa non ci sono gli Isla che cannano in difesa e purtroppo non c’e' neppure l’Ibra a tratti devastanti del campionato, ma solo uno spilungone, nasone, capellone, che a volte ti viene voglia di pigliare a schiaffi per quanto risulta amebico. Mourinho tutto questo lo sa, percio' ha detto le cose chiaramente ancora una volta: servono 1 difensore, 2 centrocampisti ed 1 attaccante. Non serve una rivoluzione, ma acquisti oculati, che gia' sta discutendo con Oriali ed il Presidente. E allora vinciamo questo Scudetto e
poi vedremo chi saranno gli HOMO NOVUS dell’anno prossimo

 

Aprile 5, 2009
 

Qualche ragionamento a caldo:

- concettualmente non e' stata una partita tanto differente da quella di Bergamo dove  si sono prese tre sberle. Questa volta siamo stati piu bravi e piu fortunati a non subire goal e miracolati da un autogoal clamoroso (anche se su Vieira sarebbe stato rigore ma non metto la mano sul fuoco che l’arbitro ce lo avrebbe dato).  Queste partite si vincono negli anni “buoni”, non c’e' dubbio

- per un polentone del Nord come me e' stato problematico giocare alle ore 19. Troppo presto per cenare prima e decisamente tardino dopo. Non avevo dubbi che un orario cosi' particolare per le usanze Italiane potesse toccarci contro l’Udinese, ma io non parlo mai a caso, soprattutto quando parlo dei friulani

- mancano ancora 8 partite e 16 punti per vincere matematicamente lo scudetto; a prescindere dai conteggi e dall’ovvieta' del fatto che tutti i punti conquistati fin’ora sono importanti, ho comunque la sensazione che le vittorie a Bologna, Genova e Udine fatte nel girone di ritorno abbiano tagliato le gambe agli avversari

- oltre a fermare il campionato per le Nazionali dovrebbero prendere in considerazione il fatto di fermare il tutto anche la domenica successiva; meta' dei giocatori sono di un altro continente e farli tornare a casa un giorno prima della partita e' controproducente.  Poi succede che all’estero per caso qualcuno vede una partita come quella di stasera e magari poi gli viene la malsana idea di preferirne in futuro una del campionato Polacco…chissa' mai che almeno inquadrino qualche gnocca sugli spalti…

-  Ibra ha rotto le palle tutta la partita all’arbitro ma questo non ci e' cascato e non gli ha regalato l’ammonizione che lo avrebbe si squalificato per la prossima gara, ma avrebbe scongiurato la sua possibile assenza contro la Juve. Conoscendo il Mou Sabato prossimo Ibra sara' in campo titolare.  E secondo me fa pure bene a schierarlo.

 

Mezzo scudetto e' dell’Inter!

Udinese - Inter 0-1

La prostitussione intellettuale forse ci inculchera' stavolta che il gol dell’Inter non era buono perche' c’era un rigore su Vieira, sta di fatto che , grazie anche a Pellissier e alla Juventus che non riesce ad andare oltre al pari in casa contro il Chievo, ci troviamo a 9 punti di vantaggio soli in vetta a sole 8 giornate dalla fine.

Non bisogna dire gatto se non ce l’hai nel sacco, pero’ siamo davvero vicini al nostro 4° titolo consecutivo, il primo dell’era Mourinho.

Ieri ci ha aiutato anche la fortuna, e' vero, ma la fortuna aiuta gli audaci. Ancora una volta vinciamo di misura, ma l’idea che diamo e' quella di una superpotenza in grado di gestire anche le situazioni piu' scomode.

Ora dopo la manifesta superiorita' dell’Inter in campo nazionale l’obiettivo di squadra allenatore e societa' e' quello di trasmettere questa sicurezza in campo europeo…

NOn potevano mancare le dichiarazioni di Mourinho:

«Lo scudetto e' piu' vicino; non e' ancora fatta. Ci sono ancora tanti punti in palio, dobbiamo fare ancora almeno cinque vittorie…. Siamo riusciti addirittura ad aumentare il vantaggio quando l’obiettivo era cercare di mantenerloperche' sulla carta per noi il turno era piu' difficile.

Ma il Chievo ha fatto una grande partita e noi, con un po' di fortuna, tra l’autogol e quel rigore su Quagliarella che chissa' poteva anche starci, siamo riusciti a vincere

Se uno vuole trovare un bravo giocatore oggi deve guardare nell’Udinese. Ne trova tanti… Noi abbiamo avuto molte difficolta'».

«Santon era un po’ stanco e forse anche lo spostamento sulla fascia destra non lo ha aiutato. Stavolta non ha fatto una grande partita. Maxwell invece ha fatto una gara fantastica, ho rivisto il Maxwell che conoscevo, quello di inizio stagione. Ha un contratto con noi, ha 27-28 anni, perche' non dovrebbe restare. A me piace tanto».

Come Quagliarella. «Secondo me, in occasione delle sue proteste per il rigore, c’erano gli estremi per un secondo giallo e quindi il rosso. Gli ho detto di non buttarsi. Lui mi ha risposto che non si era buttato, che aveva sentito un tocco. E ci siamo abbracciati. Quagliarella e' bravo- ha continuato Mourinho- attacca benissimo la profondita', mi piacerebbe averlo all’Inter… e' anche un bravo ragazzo». Martedi' e mercoledi' e' di nuovo tempo di Champions League. Senza italiane, tutte eliminate. «La guardero'. Senza rabbia».

Fidiamoci del Mou e godiamoci intanto questo campionato.

 

Mou ha ragione, lui ha vinto

Fuori dalla Champions League, eppure..

di Alessandro Franchetti

Si puo' vincere anche perdendo. Certo, tocca fare i salti mortali e inventarsi una via d'uscita. Ma si puo' vincere anche perdendo. Mourinho l'ha fatto ed e' riuscito, una volta ancora, dove gli altri, tutti gli altri, non arriveranno mai. Gia', perche' se davvero basta una buona, anzi ottima, prestazione all'Old Trafford per meritarsi applausi unanimi dalla critica e far dimenticare a tutti sconfitta ed eliminazione, allora ha ragione lui, lo Special One, a considerarsi un vincente anche nella peggiore delle sue notti interiste. Quella del primo obiettivo fallito, per intenderci.

Sia chiaro, l'Inter a Manchester ha giocato bene. Con un coraggio e una personalita' che non aveva mai mostrato prima in Europa. Non ha avuto paura - e qui davvero e' merito di Mourinho - di confrontarsi a viso aperto con quella che, con ogni probabilita', e' oggi la formazione piu' forte del mondo. Pero', e' un fatto, ha perso 2-0 e, se poteva non meritare la sconfitta dell'Old Trafford, ha meritato l'eliminazione per quanto messo in mostra nell'arco dei 180'. E ancora: se Mourinho puo' considerarsi un vincitore, come dovrebbero sentirsi Spalletti e Ranieri che, con meta' rosa in infermeria, hanno sfiorato davvero il passaggio del turno?

La verita' e' che Mourinho non ha vinto. Non ha vinto perche' trovarsi il Manchester negli ottavi e' la diretta conseguenza di un girone eliminatorio disastroso chiuso al secondo posto. Non ha vinto perche', nella competizione in cui l'Inter di Mancini zoppicava negli anni scorsi, la nuova Inter del portoghese ha fallito tutti gli appuntamenti possibili tranne, paradossalmente, quello decisivo di Manchester. Non ha vinto perche' un bilancio di 2 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte non puo' essere considerato positivo. Non ha vinto, semplicemente, perche' ogni tanto si perde. Anche se ci si chiama Mourinho e si conoscono le giuste acrobazie per convincere tutti del contrario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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